Il 21 gennaio 2023 cinque ragazzi lanciarono una bicicletta elettrica dalla balconata, colpendo Mauro Glorioso, che è rimasto tetraplegico

La Corte d’Appello di Torino ha condannato il 4 febbraio a 16 anni di carcere Victor Ulinici, accusato di aver lanciato la bici elettrica dalla balconata dei Murazzi sul Lungo Po a Torino ferendo gravemente lo studente Mauro Glorioso, nella notte tra il 21 e il 22 gennaio del 2023, insieme ad altri giovani, alcuni minorenni e altri maggiorenni. Il gruppo era composto da cinque persone: tre minori, Victor Ulinici e Sara Cherici.

Che cosa è successo quella notte ai Murazzi

Durante la notte un gruppo di ragazzi si trovava ai Murazzi, una delle zone della movida torinese lungo il Po. A un certo punto, raccontano tutti che, senza pensare alle conseguenze del loro gesto, hanno deciso di prendere una bici elettrica e lanciarla giù dalla balconata dei Murazzi.

Nel gruppo ci sono stati ruoli diversi: c’è chi ha lanciato materialmente la bicicletta, chi si trovava dall’altra parte della strada e dice di non aver quasi visto cosa accadeva (è questo il caso di Sara Cherici, che non ha toccato la bicicletta e ha sempre negato di aver condiviso l’idea: tutti però sono scappati insieme poco dopo il fatto, e non hanno immediatamente denunciato. Cherici è stata condannata in appello a 16 anni per concorso morale, stessa pena inflitta a Ulinici). Mauro Glorioso, in seguito all’impatto con la bici lanciata dalla balconata, è rimasto tetraplegico. 

Gli arresti dei carabinieri

Pochi giorni dopo, ci furono immediatamente gli arresti. “Questo è un fatto gravissimo. Occorreva una risposta immediata. In primo luogo la risposta la dovevamo a Mauro e alla sua famiglia, e la risposta la meritava anche tutta la città, e tutti quei ragazzi, lo voglio sottolineare, che vivono in maniera sana questa città, semplicemente divertendosi, e che hanno ritenuto doveroso come richiesto dal nostro appello di darci una mano”. Così il comandante dei carabinieri di Torino Claudio Lunardo, a proposito dei fermi di 5 ragazzi per il caso della bici lanciata ai Murazzi che ha colpito, il 21 gennaio, lo studente Mauro Glorioso.

 

Le prime condanne ai minori coinvolti nel lancio ai Murazzi

Nel settembre 2023 sono stati condannati per tentato omicidio i tre minori accusati di aver lanciato una bici verso i Murazzi, a Torino, che ha colpito lo studente Mario Glorioso ferendolo gravemente lo scorso gennaio. In particolare, secondo quanto si apprende, la condanna è a oltre 9 anni per i due ragazzi e a 6 anni e 8 mesi per la ragazza. Per questo motivo è stata negata loro la messa alla prova. La procuratrice capo dei minori di Torino, Emma Avezzù, aveva chiesto pene più severe.

Nel marzo 2024 viene prima condannato Ulinici a 10 anni e 8 mesi, e il giorno dopo viene confermata in appello a Torino la sentenza di primo grado per i tre minori che erano imputati: confermate dunque le condanne rispettivamente a 9 anni e 9 mesi, 9 anni e 4 mesi, 6 anni e 8 mesi. 

La pena per Sara Cherici viene invece confermata a gennaio 2024: 16 anni, per concorso morale, poiché la ragazza ha sempre dichiarato di non avere lanciato la bicicletta e di trovarsi dalla parte opposta della strada quando il gesto è avvenuto. La ragazza si chiuse in casa per alcuni giorni, poi, spinta dalla famiglia, andò a denunciare il fatto.

La storia di Victor Ulinici

Ulinici era l’unico maggiorenne all’epoca dei fatti. Nel marzo 2024 viene condannato a 10 anni e 8 mesi per il fatto, considerando le attenuanti generiche. Il caso però finisce in Cassazione, che stabilisce che va rimodulata la pena perché, dice, le attenuanti generiche sono state applicate in modo da bilanciare le aggravanti in modo ‘errato’, dunque occorre rivedere e ricalcolare la pena. Si va quindi all’Appello bis.

L’avvocato difensore di Ulinici, Wilmer Perga, sosteneva il 31 gennaio però che “la gravità del reato non va riferita alla gravità della conseguenza del danno causato, che è enorme, ma a quello che volevano fare, lanciare una bicicletta. Perga aggiunge che proprio “l’immaturità del mio assistito” che viene portata dall’accusa come fatto grave, ad esempio il fatto di essere scappati ridendo, mostra la non comprensione della gravità del loro gesto e questo andrebbe posto tra le attenuanti, e non tra le aggravanti.

Il 4 febbraio la corte d’Appello di Torino stabilisce che la pena è di 16 anni: il legale di Ulinici, Wilmer Perga, aveva chiesto un ricalcolo della pena tenendo comunque conto delle attenuanti, mentre la procura aveva formulato la richiesta proprio in 16 anni. 

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