Il padre: "La situazione è grave, è in coma". Il giovane è stato colpito a calci e pugni fuori da un locale
Pestato fuori da un bar di Lanzarote e lasciato a terra in fin di vita, senza nemmeno un perché. Sono gravissime le condizioni di Salvatore Sinagra, il 30enne originario di Favignana da diversi giorni ormai ricoverato in rianimazione all’ospedale di Las Palmas, a Gran Canaria, in Spagna, per le conseguenze del violento pestaggio. E disperata è anche la famiglia del ragazzo, da lunedì volata nell’isola spagnola dopo aver appreso quanto accaduto a Salvatore.
Non si conoscono ancora gli autori del pestaggio, né le cause della violenza
Il caso è seguito dal Consolato e dall’Ambasciata italiana in Spagna, mentre sono in corso le indagini della Guardia Civil. Ignoti restano ancora però sia gli autori sia le cause della violenza. Secondo il racconto del papà, Andrea Sinagra, il giovane siciliano sarebbe stato aggredito verbalmente da alcuni soggetti mentre si trovava in un bar, dove stava giocando a calciobalilla con degli amici. Gli stessi soggetti lo avrebbero poi aspettato fuori dal locale, aggredendolo con calci e pugni. “Questi delinquenti gli si sono avventati addosso mentre lui chiedeva ‘Perchè? Cosa volete? Non ho fatto niente’. Sembrava finita lì ma poi lo hanno aspettato fuori dal bar e quando mio figlio è uscito a fumare una sigaretta lo hanno aggredito e gli hanno spaccato il cranio”, afferma il padre al telefono da Las Palmas.
Il padre di Sinagra: “Gli hanno rovinato la vita”
L’ipotesi è che gli aggressori possano anche aver usato una spranga o un tirapugni, “perché è difficile fare un danno alla testa così grave a mani nude”, osserva. “La situazione è grave. mio figlio è in coma e lotta tra la vita e la morte. I medici spagnoli hanno fatto tutto il possibile, lo hanno operato alla testa asportando l’ematoma e cercando di ridurre i danni cerebrali, ma ancora non si riprende“, spiega ancora il genitore, un pescatore molto conosciuto nelle Egadi. A Lanzarote il figlio si era trasferito circa cinque anni fa e aveva aperto un bar, ma adesso aveva programmato di rientrare in Italia. “A marzo sarebbe dovuto tornare a Favignana. Invece… gli hanno rovinato la vita“, dice infatti il papà. “Ora a noi non resta che pregare e chiedere giustizia: chiedo a quei testimoni che hanno chiamato l’ambulanza e la Guardia Civil, che prima si erano offerti di testimoniare e poi sono spariti, di parlare e dire chi è stato. Fatelo per un ragazzo bravo e solare, che non meritava questo”, è l’appello del padre. Il Consolato e l’Ambasciata a Madrid “sono in contatto costante con la Guardia Civil e con le amministrazioni locali dell’isola per seguire gli sviluppi delle indagini”, sottolineano intanto fonti della Farnesina. Mentre vicinanza a Salvatore e alla sua famiglia è stata espressa dal sindaco di Favignana, Francesco Forgione. “Chiediamo di fare piena luce sull’accaduto e di individuare i responsabili”, le parole del primo cittadino.
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