I due archistar sono indagati per gara truccata nel caso Beic. L'autore del Bosco Verticale: "Sorpreso e turbato"
La Procura di Milano ha chiesto di arrestare e disporre i domiciliari per le archistar Stefano Boeri, Cino Paolo Zucchi e un terzo architetto nell’inchiesta per turbativa d’asta sulla gara di progettazione della Nuova Biblioteca europea di informazione e cultura (Beic) a Porta Vittoria, a Milano. Per tutti e tre il gip di Milano, Luigi Iannelli, ha disposto l’interrogatorio preventivo che si terrà il 4 febbraio alle 9.30 alla presenza dei legali. L’interrogatorio preventivo è scattato, come prevedono le nuove norme in materia di misure cautelari, perché il gip non ha per ora riconosciuto il rischio di inquinamento probatorio.
Boeri indagato dall’ottobre 2023
Il 68enne a capo dello studio Stefano Boeri Architetti srl con sedi a Milano, Shangai e Tirana, è indagato dall’ottobre 2023 in concorso con Cino Paolo Zucchi, Manuela Fantini, Angelo Raffaele Lunati e Giancarlo Floridi perché nel suo ruolo di commissario della giuria del concorso internazionale di progettazione della Beic – opera che può contare su un finanziamento di 101.574 milioni stanziati nel Pnrr per finire i lavori entro il 2026 – avrebbe truccato la gara omettendo di dichiarare “posizioni di potenziale conflitto d’interesse” e “situazioni di incompatibilità” nei confronti dei partecipanti.
Cosa viene contestato a Boeri e Zucchi
In particolare Boeri e Zucchi, entrambi ordinari nel Dipartimento di Architettura e Studi Urbani al Politecnico di Milano, non avrebbero dichiarato di essere colleghi e impegnati negli stessi “settori d’interesse scientifico e didattico” di Raffaele Lunati e Giancarlo Floridi, ricercatori nello stesso Dipartimento e nella cordata vincitrice della gara per la Beic con Onsitestudio come capofila. Per Lunati e Floridi la Procura ha chiesto di emettere un’interdittiva temporanea. Inoltre il progettista del Bosco Verticale è accusato di non aver dichiarato la “frequente collaborazione professionale” fra il suo studio e la SCE project, guidata da Manuela Fantini come presidente del cda (anche lei nella cordata vincitrice), che sarebbe documentata da 9 fatture per 117.728 euro emesse dalla SCE nei confronti di Stefano Boeri Architetti. Informazioni che avrebbero dovuto essere “tempestivamente comunicate” e le cui omissioni hanno rappresentato, secondo gli inquirenti che coordinano l’indagine del Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza, le “modalità fraudolente” con cui truccare il “regolare svolgimento della gara”. Alla stazione appaltante – il Comune di Milano – sarebbe stato impedito di venire a “conoscenza” dei fatti e di conseguenza sostituire i “membri della commissione” o escludere “i partecipanti dalla gara con conseguente scorrimento della graduatoria”. La gara di progettazione del nuovo centro funzionale dell’intero sistema bibliotecario dell’area metropolitana milanese ha ricevuto 44 proposte progettuali e la commissione ne ha selezionate 5 tra quelle pervenute con un concorso in una sola fase. La gara è stata vinta da un raggruppamento formato dai progettisti di Onsitestudio (Angelo Raffaele Lunati – Capogruppo, Giancarlo Floridi), Baukuh (Pier Paolo Tamburelli, Andrea Zanderigo, Giacomo Summa), Francesca Benedetto (Yellow office), Luca Gallizioli (Onsitestudio), Manuela Fantini (SCE project), Marcello Cerea (Starching), Davide Masserini (Ab-normal), Antonio Danesi (Stain), dai consulenti Silvestre Mistretta, Giuseppe Zaffino (Greenwich), Fabrizio Pignoloni (Dot-dot-dot) e dalla collaboratrice Florencia Collo (Atmos lab). All’indomani della proclamazione della cordata vincitrice la notizia fece molto rumore e polemica fra gli architetti milanesi. Alcuni esponenti dell’ordine degli architetti hanno fatto richiesta di accesso agli atti della Commissione, presieduta da Stefano Boeri, membro rappresentante della Fondazione BEIC, e composta anche da Jocelyn Helen Froimovich Hes, rappresentante dell’ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della Provincia di Milano, da Rosa Maiello e Cino Zucchi per il Comune di Milano, da Jhionny Pellicciotta per l’ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano. Erano stati nominati anche i due membri supplenti, Giampiero Bosoni (ordine degli architetti) e Alberto Sada (ordine degli ingegneri).
Perquisito dalla Gdf architetto ‘delfino’ di Boeri
La guardia di finanza di Milano ha perquisito questa mattina su ordine della Procura di Milano l’architetto Pier Paolo Tamburelli, indagato con Stefano Boeri, Cino Zucchi e altri professionisti per la presunta gara truccata sulla Beic. Al 49enne, ritenuto uno dei ‘delfini’ di Boeri, con cui ha collaborato già alla rivista ‘Domus’ come redattore fra il 2005 e il 2007 durante la direzione dell’archistar progettista del Bosco Verticale, è stato anche notificato l’invito a rendere interrogatorio preventivo, assieme ai coindagati, il 4 febbraio davanti al gip di Milano, Luigi Iannelli. I pm Filippini-Clerici-Serafini-Siciliano chiedono di disporre per lui gli arresti domiciliari. Il gip dovrà valutare se sussistono le esigenze cautelari e il rischio di inquinamento probatorio.
Tamburelli, che non era indagato per turbativa d’asta oltre un anno fa quando sono stati spiccati i primi avvisi di garanzia a carico di 5 persone, fa parte del consorzio-raggruppamento di progettisti che si è aggiudicato la gara di progettazione della Beic nel 2022 con lo studio Baukuh. Numerosi sarebbero i suoi legami con Boeri. Il presidente della Triennale di Milano lo ha giudicato come primo classificato nel 2011 nel concorso di Comune di Milano e Hines Italia per la Casa della Memoria e gli ha affidato l’incarico di curare il programma di mostre di architettura della nuova Triennale nel 2019. Nel 2020 avrebbero collaborato nel progetto per la ‘Grande Ginevra’ e nel 2021 al gruppo ‘Ideas for the future of cities’.
Boeri: “Sorpreso e molto turbato, chiarirò mia posizione”
“Sono sorpreso e molto turbato. Attendo con fiducia l’incontro con il Giudice per le indagini preliminari, allo scopo di poter finalmente chiarire la mia posizione”. Lo dichiara l’architetto Stefano Boeri in merito alla richiesta degli arresti domiciliari avanzata nei suoi confronti dalla procura di Milano nell’ambito dell’inchiesta per turbativa d’asta sulla gara di progettazione della Nuova Biblioteca europea di informazione e cultura (Beic) a Porta Vittoria.
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