Gli inquirenti puntano a verificare se vi siano state o meno omissioni o falsità nei verbali sull'incidente al Corvetto dopo un inseguimento di 8 chilometri
La Procura di Milano ha iscritto sul registro degli indagati per falso e depistaggio almeno due carabinieri in relazione alla morte di Ramy Elgaml, il 19enne egiziano morto a Milano la notte tra il 23 e il 24 novembre dopo un inseguimento con i militari del Nucleo radiomobile. È quanto si apprende nell’inchiesta coordinata dal procuratore di Milano Marcello Viola, con i pm Marco Cirigliano e Giancarla Serafini, che oggi è diventata co-assegnataria del fascicolo.
I militari sono stati iscritti per falso e frode processuale a loro tutela e ora gli inquirenti puntano a verificare se vi siano state o meno omissioni o falsità nei verbali, nelle relazioni e nelle ricostruzioni fornite nell’immediato sull’incidente avvenuto intorno alle 4 del mattino lungo la svolta a sinistra tra via Ripamonti e via Quaranta, dopo un inseguimento durato 8 chilometri per le vie della città. In particolare, rispetto “all’impatto” dell’auto sullo scooter di cui ha parlato agli inquirenti un testimone oculare e sulla presunta cancellazione di un video dell’accaduto a cui sarebbe stato costretto. La Procura ha anche conferito l’incarico per la consulenza cinematica e dinamica volta a ricostruire cause ed eventuali responsabilità del sinistro.
Piantedosi: “Anche per carabinieri vale la presunzione d’innocenza”
“La presunzione di innocenza dev’essere applicata anche ai carabinieri”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in merito all’iscrizione nel registro degli indagati di due militari dell’Arma nell’inchiesta sulla morte di Ramy Elgaml. “Ove fosse confermata l’accusa, non tocca le analisi su quello che succede a Corvetto. Non ritengo quella una periferia fuori controllo, affermo che la presenza dello Stato c’è e farà la sua parte”, ha spiegato.
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