Autopsia sul corpo del 19enne morto in scooter dopo un inseguimento dei carabinieri
Il padre di Ramy Elgaml, il 19enne morto domenica mattina per la caduta dal motorino dopo un inseguimento con una gazzella dei carabinieri, ha rilasciato alcune dichiarazioni uscendo dall’obitorio dove è in corso l’autopsia sul corpo del figlio. “Con Ramy ho perso il pezzo più grande del mio cuore. Non è il momento di fare fiaccolate, siamo lontani da queste cose, noi resteremo a casa. Basta violenza, basta. Ramy non avrebbe voluto questa cosa. Vogliamo la verità per Ramy e basta, noi abbiamo fiducia nella giustizia, nei carabinieri, nella polizia”, ha detto l’uomo.
La famiglia, conferma l’avvocato che li sta seguendo, ha preso le distanze dalla fiaccolata organizzata per domani sera nel quartiere Corvetto dagli amici del 19enne. “Quelli che fanno casino per strada e bruciano le cose non sono della nostra famiglia, sporcano la reputazione di Ramy”, ha aggiunto lo zio di Ramy.
Sarebbe morto nel giro di pochi minuti per una lesione all’aorta. È quanto si apprende sull’autopsia disposta dal pm Marco Cirigliano sul cadavere del 19enne. Dai primi riscontri che emergono dagli esami dei medici legali, non è chiaro se la causa della morte sia da additare all’impatto contro l’asfalto e il muretto lungo la svolta a sinistra fra via Ripamonti e via Quaranta oppure perché travolto, dopo essere caduto e sbalzato dalla moto, dal semaforo su cui si sono schiantati i militari che lo inseguivano.
Il vicebrigadiere alla guida del mezzo è indagato per omicidio stradale in concorso.
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