Dall'inchiesta della Dda di Milano emerge un "evidente pericolo" per la sicurezza nazionale. Dossier anche su Jacobs

Un “evidente pericolo” per la sicurezza nazionale, sia per il “potere eversivo” delle attività criminali del “gruppo” di via Pattari, sia per il coinvolgimento di soggetti legati ad “asset economici strategici per la Nazione”. È quanto emerge dagli atti dell’inchiesta della Dda di Milano su dossier e dati rubati con al centro la società di investigazioni private Equalize di Enrico Pazzali, autosospesosi dall’incarico di presidente della Fondazione Fiera Milano, e dell’ex super poliziotto Carmine Gallo, ora ai domiciliari. Un sistema di spionaggio informatico ricostruito nella maxi informativa di quasi 3900 pagine dei carabinieri del Nucleo investigativo di Varese e del Ros e inviata alla Dda di Milano a giugno 2024, dalla quale emergono contatti degli indagati anche con i servizi di intelligence italiani e stranieri, oltre a un vero e proprio “archivio di Polizia” conservato negli uffici di via Pattari. Tra i documenti ‘top secret’ anche “atti riservati di Eni“, scrivono gli investigatori. Mentre tra i personaggi spiati – tra cui prefetti e giudici – spunta il nome dell’atleta Marcell Jacobs e del suo staff, su richiesta di un “avvocato padovano” ancora in corso di identificazione.

Le notizie acquisite da Gallo attraverso la sua vastissima rete relazionale e compendiate in veri e propri ‘dossier’ erano poi vendute dal gruppo alle società interessate, a imprenditori e politici, con tariffe fino a 15 mila euro per gli ‘accertamenti’ più completi su un soggetto. Nelle intercettazioni agli atti, gli indagati Nunzio Calamucci e Massimiliano Camponovo parlano anche di una commessa israeliana da un milione di euro. Mentre è accertata la presenza “di soggetti legati all’intelligence israeliana” presso la Equalize. Tra le tante conversazioni captate sul tema Russia e degli attacchi hacker in Italia, poi, il gruppo discuteva anche un presunto mandato proveniente direttamente dalla Chiesa“. “La aiutiamo la Chiesa contro la Russia o no?”, dice infatti Calamucci in una delle intercettazioni. Non mancano le conversazioni in cui viene citata la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni: in una, in particolare, il manager Pierfrancesco Barletta – anch’egli indagato per accesso abusivo a sistema informatico – riferisce a Sergio Scalpelli di aver avuto notizia che i servizi segreti americani avrebbero incontrato la premier “per dissuaderla dal designare come ministro degli Interni” Matteo Salvini, “in quanto sarebbero potuti emergere i dossier sui finanziamenti della Federazione Russa alle organizzazioni politiche italiane”.

Pazzali, dal canto suo – ‘pizzicato’ tra le altre cose a chiedere a Swg di “truccare” un sondaggio in cui il suo nome veniva contrapposto a quello del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, per non danneggiare il primo cittadino che contribuisce a nominare i vertici della Fiera – ha deciso di autosospendersi a tempo indeterminato dal proprio ruolo di presidente di Fondazione (soggetto estraneo alla vicenda) “in modo da poter più efficacemente e rapidamente chiarire la propria estraneità ai fatti”, hanno spiegato i suoi legali Federico Cecconi e Fabio Giarda. In parallelo la Procura della Repubblica di Roma ha aperto un fascicolo – al momento senza indagati – su una presunta rete di ‘spie’ che accedeva abusivamente alle banche dati investigative in uso alle forze di polizia, con base nei pressi di piazza Bologna. 

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