L'avvocato Adriani, legale delle ultime vittime a 'La Repubblica': "Forse è la firma del killer"

Potrebbero aprirsi nuovi scenari nel giallo infinito del mostro di Firenze. Come riportato da ‘La Repubblica’ è stato trovato un Dna sconosciuto su uno dei proiettili usati nell’omicidio di Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili, le ultime vittime del killer delle coppiette. Secondo quanto riportato dal quotidiano, si tratta di un Dna che ritorna anche sui proiettili di altri due delitti.

L’indagine, svolta per conto dell’avvocato Vieri Adriani, che assiste i familiari delle vittime francesi, è stata condotta da Lorenzo Iovino, ematologo italiano che lavora negli Usa, dove si occupa di trapianti di midollo. 

Iovino, prosegue ‘La Repubblica’, “ha scorporato in modo integrale quella sequenza, scoprendo anche una parziale sovrapposizione con quelle individuate su altri due proiettili rinvenuti in occasione dei duplici omicidi di Horst Wilhelm Meyer e Jens-Uwe Rüsch (9 settembre 1983) e di Pia Rontini e Claudio Stefanacci (29 luglio 1984). La firma del mostro, almeno in ipotesi. Rimasta impressa al momento di ricaricare l’arma”.

Proprio seguendo questa “scoperta”, l’avvocato Adriani, che in questi anni non ha mai smesso di inseguire la verità, chiede ora che vengano fatte “tutte le comparazioni possibili con i reperti a disposizione e con il profilo delle persone che sono state indagate nel corso del tempo”. E poi aggiunge. “Se ci daranno l’autorizzazione i parenti, annuncia, chiederemo alla procura la riesumazione del corpo di Stefania Pettini (uccisa il 14 settembre 1974, ndr). Sappiamo dalla consulenza del medico legale che potrebbe aver lottato con l’assassino, non è impossibile pensare che dei campioni biologici siano rimasti per esempio sotto le unghie“.

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