Udine, documenti falsi e favoreggiamento clandestinità: arrestati 7 cittadini georgiani

La Polizia di Stato della Questura di Udine, nell’ambito dell’operazione “GAIVLIS” (lasciapassare in lingua georgiana), ha eseguito due misure cautelari personali degli arresti domiciliari nei confronti di altrettanti cittadini georgiani ed un sequestro preventivo di un immobile di proprietà di una cittadina di origini ucraine, gravemente indiziati di concorso nella produzione di documenti di identità comunitari falsi e favoreggiamento alla permanenza sul territorio nazionale in stato di clandestinità. L’indagine a seguito di alcune segnalazioni ricevute dagli Uffici territoriali delle Agenzie delle Entrate della provincia, che riferivano di un considerevole accesso presso i loro uffici di donne, apparentemente di nazionalità georgiana, che si presentavano però come cittadine comunitarie, esibendo documenti di identità, validi per l’espatrio, di paesi dell’Unione Europea, in particolare Slovacchia, Lettonia e Polonia. La presentazione dei documenti ai fini del rilascio del relativo codice fiscale comunitario consentiva loro, nell’immediato, di poter accedere al mondo del lavoro nel circuito delle agenzie delle “badanti” e godere di benefici giuridici, fiscali e sanitari, aggirando le norme che regolano l’ingresso e la permanenza nel territorio nazionale dei cittadini extracomunitari, in virtù di un vero e proprio “lasciapassare”. I primi accertamenti al riguardo hanno evidenziato la presenza di un uomo e due donne di origine georgiana ed una di origine ucraina che, nelle sedi degli Uffici territoriali fornivano assistenza alle donne straniere nella compilazione delle pratiche necessarie all’ottenimento dei codici fiscali. Gli accertamenti sui documenti di identità presentati hanno consentito di accertarne la falsità. Lo scorso febbraio, in provincia di Udine, sono state arrestate 5 donne georgiane trovate in possesso di tali documenti; alcune di esse nel frattempo risultavano già censite nel casellario INPS e impiegate con regolare contratto in qualità di badanti; altre 5 venivano deferite all’Autorità Giudiziaria in stato di libertà per il medesimo reato. I documenti falsi costavano dai 300 ai 1000 euro. I proventi illeciti avevano consentito agli indagati di acquistare due appartamenti nel centro di Udine, uno dei quali adibito all’esclusiva ospitalità, previo il pagamento di 10 euro al giorno, delle straniere, fino a 12 contemporaneamente, molte delle quali in stato di clandestinità. Durante l’attività è emerso che alcune delle donne ospitate in passato provenivano anche da province del sud Italia.