I legali dei figli del giudice ucciso il 19 luglio 1992: "Atto dovuto, nessuna valenza politica"

La famiglia di Paolo Borsellino, ucciso insieme agli agenti di scorta nella strage del 19 luglio 1992, hanno sollecitato la citazione, come responsabile civile, della Presidenza del Consiglio dei ministri e del ministro dell’Interno. La richiesta dei figli del magistrato, Fiammetta, Lucia e Manfredi Borsellino, è avvenuta attraverso il loro legale, l’avvocato Fabio Trizzino, nel corso della prima udienza preliminare tenutasi stamani a Caltanissetta, a carico di 4 agenti accusati di aver depistato le indagini sulla strage di via D’Amelio. La stessa richiesta è stata avanzata da Salvatore Borsellino.

Legale figli Borsellino: “Citazione governo è atto dovuto”

“Non c’è nessuna ostilità nei confronti del Governo. Si tratta di un atto dovuto, a cui non bisogna dare assolutamente alcuna enfasi nè valenza politica“. Così a LaPresse l’avvocato Fabio Trizzino, legale dei figli del giudice Paolo Borsellino, commenta la richiesta di citazione, come responsabile civile, della Presidenza del Consiglio dei ministri e del ministro dell’Interno. “Non c’è alcuna ostilità – ribadisce il legale -. Ma un atto propedeutico ad una eventuale azione risarcitoria nei confronti di chi in quel momento era responsabile istituzionale”.

Quindi Trizzino, ricordando la sua lunga audizione in sede di Commissione Antimafia lo scorso ottobre, ha sottolineato: “Se c’è un Governo che ha dato una mano a far luce su certi altarini, questo è stato l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni. Prova nè è la nostra audizione in Commissione Antimafia, cosa mai avvenuta con gli altri governi precedenti”.

Colosimo: “Ogni atto per verità e giustizia è benvenuto”

“La citazione in giudizio è un atto dovuto che risale al governo che c’era all’epoca del depistaggio e non a fatti attuali. Io come loro e più di loro chiedo piena verità e piena giustizia, e quindi qualsiasi atto serva per andare per andare in fondo, compreso questo, è benvenuto”. Lo ha detto la presidente della Commissione Antimafia, Chiara Colosimo, all’uscita dal carcere Beccaria di Milano, interpellata sulla citazione in giudizio del Governo come responsabile civile sollecitata dalla famiglia di Paolo Borsellino ucciso nella strage mafiosa di Via D’Amelio. 

 

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