Il compagno della donna è accusato di omicidio volontario aggravato

Giù da un cavalcavia, per 15 metri, prima di essere travolta da un camion che stava passando. Giada Zanola, 34 anni, non si è suicidata, è stata uccisa. Buttata giù dal ponte dal compagno, Andrea Favero, 39 anni, fermato dalla polizia di Padova con l’accusa di omicidio volontario aggravato. Il suo corpo straziato era stato ritrovato senza vita nella notte tra il 28 e il 29 maggio, sul nodo padovano della A4, nel territorio di Vigonza. La svolta nelle indagini della Polizia Stradale di Padova e Venezia insieme con i colleghi della Squadra Mobile della Questura di Padova e della Polizia Scientifica, è arrivata a 24 ore dal ritrovamento del corpo. Nel confronto con gli agenti, il 39enne è crollato, iniziando a fare delle parziali ammissioni di quello che era accaduto.

Le liti, poi il delitto

I due, genitori di un bambino di 3 anni, avevano una storia che era andata in crisi: le liti erano frequenti e anche violente, come hanno ricostruito gli inquirenti. Sul 39enne, infatti, sono stati riscontrati segni e lividi precedenti al giorno dell’ultima lite. Secondo la ricostruzione, Giada Zanola e Andrea Favero hanno iniziato a litigare nei pressi della loro abitazione, poi si sono spostati verso il cavalcavia, distante poco meno di un chilometro. È qui che lui l’avrebbe buttata di sotto, facendola precipitare nel vuoto sulla carreggiata autostradale. Alcune auto erano riuscite a evitare il corpo, ma alla fine un tir l’ha travolta. Al pm di turno, Favero ha raccontato di un ‘disagio’ che nasceva dalla relazione con Zanola, ormai in crisi, e dalla preoccupazione di non poter più vedere il figlio avuto con lei. Al termine dell’interrogatorio, Favero è stato condotto in carcere, in attesa dell’udienza del gip per la convalida del fermo, in programma oggi, 31 maggio. Nella stessa giornata sarà condotta anche l’autopsia sul corpo della donna.

Il lutto degli amici e delle istituzioni

Sui social di Giada sono numerose le foto in cui i due sono ritratti assieme e non mancano gli scatti anche del bimbo della coppia. “Non ho parole per descrivere quello che provo ora, non è giusto, non doveva finire così. Mi mancherai sorellina mia”, scrive sui social Daniel Bolis. Originaria del Bresciano, la donna viveva a Vigonza da qualche anno, dove aveva incontrato il compagno, autotrasportatore, ed era diventata mamma. Gianmaria Boscaro, sindaco di Vigonza, dove la coppia viveva, ha espresso “dolore” per quanto accaduto, assicurando da parte dell’Amministrazione comunale “ogni aiuto e sostegno” al piccolo rimasto senza mamma. Parla di un “Veneto sconvolto dall’ennesimo femminicidio” il presidente della Regione Luca Zaia che dice: “Nuovamente ci troviamo di fronte alla sconvolgente notizia di una donna, una giovane mamma, che in una circostanza che poteva sembrare un suicidio sarebbe stata, invece, uccisa dal compagno”. E conclude: “Se confermato, siamo nuovamente a confrontarci con una morte inquietante che rilancia ancora una volta interrogativi profondi e ci impone di mantenere alta una riflessione sociale che superi la cronaca e impedisca di abituarci alla cruda realtà di simili tragedie”.

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