Fine vita, 49enne tetraplegica: “Pronta ad andare in Svizzera a morire”

Fine vita, 49enne tetraplegica: “Pronta ad andare in Svizzera a morire”
Foto Mauro Scrobogna /LaPresse 14-09-2020 Roma , Italia Cronaca Fine vita- eutanasia legale Nella foto: Mina Welby, storica sostenitrice del fine vita, assieme ai militanti dell’Associazione Luca Coscioni manifesta davanti alla Camera dei Deputati per protestare contro l’inerzia legislativa del Parlamento a 7 anni dal deposito della proposta popolare per l’eutanasia legale Photo Mauro Scrobogna /LaPresse September 14, 2020  Rome, Italy News End of life – legal euthanasia In the photo: Mina Welby, historical supporter of the end of life, together with the militants of the Luca Coscioni Association demonstrates in front of the Chamber of Deputies to protest against the legislative inertia of Parliament 7 years after the filing of the popular proposal for legal euthanasia

Alla donna è stata negata la possibilità di accedere in Italia al “suicidio medicalmente assistito”

Martina Oppelli, 49 anni di Trieste, tetraplegica, affetta da sclerosi multipla, ha diffidato l’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (ASUGI) dopo il diniego alla sua richiesta di accesso al “suicidio medicalmente assistito”, legale in Italia a seguito della sentenza Cappato/Antoniani (sentenza 242 del 2019). E in un video appello al Parlamento reso noto con l’Associazione “Luca Coscioni” dichiara che presto potrebbe essere costretta ad andare in Svizzera per accedere alla morte volontaria assistita.

La donna, infatti, ad agosto 2023 aveva inviato la richiesta di verifica delle condizioni per accedere alla morte volontaria assistita alla ASUGI ma, dopo essere stata visitata dalla commissione medica multidisciplinare a ottobre 2023, non aveva ricevuto alcuna risposta. Dopo una serie di solleciti, la ASUGI comunicava di non poter accogliere la richiesta perché mancherebbe il requisito del trattamento di sostegno vitale.

A febbraio 2024 Martina Oppelli, assistita dal collegio legale dell’Associazione Luca Coscioni, ha diffidato l’azienda sanitaria affinché procedesse alla immediata rivalutazione delle sue condizioni di salute. L’azienda sanitaria ha però negato questa possibilità sostenendo di non avere alcun obbligo a rivedere un proprio precedente provvedimento e che tale richiesta di revisione contrasta con il principio di “economicità” nella pubblica amministrazione.

Martina Oppelli ha depositato, tramite i propri legali, un ricorso d’urgenza per chiedere che la ASUGI venga condannata alla rivalutazione del requisito del “trattamento di sostegno vitale” e alla individuazione del farmaco letale, delle sue quantità e della modalità di autosomministrazione in modo da poter accedere al sucidio medicalmente assistito in Italia.

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