Angelo Petraroli: "Azienda si è scoperta fragile"
E’ di sette morti il bilancio dell’esplosione avvenuta alla centrale idroelettrica di Bargi (in provincia di Bologna), sul lago artificiale di Suviana. Venerdì è stato recuperato il corpo dell’ultimo disperso: Vincenzo Garzillo, 68 anni, di Napoli. Intanto la procura ha disposto una serie di indagini sulle ditte appaltatrici e sub appaltatrici che erano impiegate nei lavori sotto la diga.
Protestano, invece, i sindacati che chiedono un tavolo di confronto nazionale con l’azienda. “Quanto accaduto a Bargi nella centrale Enel di Suviana deve diventare, per il futuro, un monito anche per chi fa sindacato, un momento di svolta. Abbiamo il dovere di adoperarci tutti affinché chi ha perso la vita non lo abbia fatto invano. Tutti pensavamo che la nostra azienda fosse ‘forte’ in quanto strutturata, organizzata, redditizia e invece è un’azienda che si è scoperta fragile, nonostante i protocolli di sicurezza applicati e l’evoluzione tecnologica raggiunta”, ha detto Angelo Petraroli del Coordinamento nazionale di Cisal Federenergia. “Avviamo dunque una riflessione profonda sul tema della sicurezza e facciamolo nel modo più semplice e più efficace: aprendo un tavolo nazionale di confronto e verifica tra azienda e sindacato, aperto se necessario ad esperti esterni; magari con l’occasione capiremo che il dialogo vale più di ogni conflitto. Crediamo non serva irrigidirsi in posizioni sterili; questo vale per l’azienda che non può ostinarsi a sperimentare soluzioni non condivise, ma anche per il sindacato, che non può utilizzare lo sciopero in modo irresponsabile e mettendo a rischio gli interessi dei dipendenti. Non servono le strumentalizzazioni, non servono, in questo clima, nemmeno le RSU, serve tutelare le persone, perché quando muore qualcuno non vince nessuno e perdiamo tutti”, ha aggiunto.
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