Gli operai di Stellantis incrociano le braccia per otto ore e scendono in piazza

Torino si ferma per il futuro di Mirafiori e il rilancio del settore auto. A 15 anni dall’ultima iniziativa unitaria, i metalmeccanici torinesi di Stellantis e dell’indotto, incrociano le braccia per otto ore e scendono in piazza. La manifestazione ‘Il rilancio di Torino parte da Mirafiori’, organizzata da Fim, Fiom, Uilm, Fismic, UglM e Aqcf, ha preso il via da piazza Statuto. “Siamo in 12mila”, annunciano i sindacati. Il corteo, partito da piazza Statuto, si dirige verso piazza Castello. In testa lo striscione unitario. Il corteo, al quale partecipano i segretari nazionali di tutte le sigle metalmeccaniche, termina in piazza Castello con gli interventi finali. Presenti anche il presidente della Regione, Alberto Cirio, e il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo. 

Airaudo: “Tavares usa lavoratori Mirafiori come ostaggi politici”

All’attacco Giorgio Airaudo, segretario generale Cgil Piemonte. “Credo che Tavares stia usando i lavoratori di Torino e di Mirafiori come ostaggi politici per una trattativa con il governo. Vuole una garanzia di incentivi per più anni. Sia il governo sia Tavares liberino i lavoratori, vengano a un tavolo di trattative, dicano quali altri produttori possono venire in Italia e cosa Stellantis porta in Italia di più, soprattutto a Mirafiori”, ha affermato il sindacalista. Sullo sbarco di un nuovo produttore in Italia, magari cinese, ha aggiunto che va bene “anche un produttore americano come Tesla. Cerca uno stabilimento in Europa per la piccola Tesla e quindi anche un americano. Siamo l’unico paese europeo con un solo produttore quindi ben vengano tutti. È ridicolo che il campione del capitalismo internazionale pensi che si possano fermare la vendita di auto cinesi che produrranno in Ungheria forse in Spagna e in Italia si possa fermare con il protezionismo nazionale”. 

Palombella: “Prima di aprire a cinesi far lavorare nostri stabilimenti”

“Prima di aprire ai cinesi sarebbe opportuno far lavorare i nostri stabilimenti dato che in questi tre mesi stanno producendo il 50% della produzione e ci sono tantissimi lavoratori in cassa integrazione, questa disputa è qualcosa che distrae l’attenzione dai problemi reali”, ha affermato il segretario nazionale della Uilm, Rocco Palombella. “Ieri ho sentito il ministro Urso dire che la ‘Milano’ dell’Alfa Romeo non può essere chiamata così perché non si produce in Italia, noi chiediamo intanto che la vettura venga prodotta in Italia, ma se cambia l’Alfa Romeo Milano deve cambiare anche quella cinese che si chiama ‘Modena’ perché entrambe sono una presa per i fondelli all’Italia e ai lavoratori. Prima di far cambiare nome devono decidere come far risalire la produzione nei nostri stabilimenti”.

Striscione con selfie Tavares, Cirio e Lo Russo

‘Scegli il selfie, con lui o con noi’. È la scritta ironica che si legge su una fotografia di uno striscione che ritrae il ceo di Stellantis Carlos Tavares, il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, e il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, mentre si fanno un selfie. 

 

Salvini: “Suicidio istituzioni europee, dobbiamo invertire marcia”

Sul tema si è espresso il vicepremier Matteo Salvini. “Sta crescendo la consapevolezza del suicidio delle istituzioni europee di questi anni, non so se per dolo o se per ignoranza. Quindi abbiamo il dovere di invertire la marcia”, ha detto il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture a margine al suo arrivo al G7 a Milano. 

Salvini: “Io tifo sempre italiano ma ne è rimasto ben poco”

Operai in cassa integrazione a Mirafiori? “E non solo. E le auto che vengono prodotte in altri Paesi europei ed extraeuropei. Io tifo sempre italiano, però lì è rimasto ben poco di italiano”, ha aggiunto Salvini. 

Salvini: “Alfa Romeo ‘Milano’ fuori Italia non dà onore a marchio”

“Che” la nuova Alfa Romeo “si chiami Milano per me è una bellissima cosa e accogliere uno dei grandi del mondo, il ministro canadese, che ha appena prenotato e pagato un’Alfa Romeo, vuol dire che il brand è assolutamente ancora eccellenza. Certo che dia lavoro a operai, a terzisti e a piccole imprese fuori dal territorio italiano non rende onore alla storia di questo marchio e di questa azienda. La gestione degli ultimi anni non rende merito al sacrificio di tanti operai, di tanti ingegneri e delle precedenti proprietà”, ha affermato ancora il ministro. “La gestione degli ultimi anni non rende merito al sacrificio di tanti operai, di tanti ingegneri e delle precedenti proprietà”. 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata