Avrebbero beneficiato dei favori elettorali dei boss
Secondo la Direzione distrettuale Antimafia di Roma nelle elezioni politiche che portarono all‘elezione del sindaco, Candido De Angelis, al comune di Anzio, ora sciolto per infiltrazioni mafiose, insieme a quello di Nettuno, ci sarebbe stato uno scambio politico-mafioso di voti.
In base a quanto apprende l’agenzia LaPresse, nel comune di Anzio, sul litorale romano a una cinquantina di chilometri da Roma, avrebbero beneficiato dei favori elettorali dei boss, finiti in manette nell’operazione Tritone, che portò in manette una sessantina di persone, anche l’ ex assessore ai lavori pubblici Ranucci di Forza Italia, l’ex consigliera Cinzia Galasso, di Fratelli d’Italia, la consigliera Lucia Pascucci della civica De Angelis e l’ex assessore Gualtiero Di Carlo tutti legati alla giunta De Angelis sciolta per mafia. Negli atti d’indagine infatti, è nella relazione della commissione d’accesso nominata dal ministero dell’Interno si legge di come le famiglie Madaffari, Perronace, Tedesco e Gallace abbiano, secondo gli ispettori della commissione d’accesso, condizionato le elezioni politiche orientando i voti. Nelle relazioni che hanno portato allo scioglimento dei comuni di Anzio e Nettuno, vengono riportate alcune intercettazioni telefoniche tra gli esponenti dei clan dove si accordavano su chi far confluire i voti.
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