Le parole della figlia di Giovanni Barreca, arrestata per concorso in omicidio, emerse dal provvedimento di convalida del fermo
“La notte tra venerdi e sabato in casa hanno dormito Massimo e Sabrina, io, i miei fratelli e mio padre. Emanuel però non era in condizioni da poter essere definito vivo. Questo però già da prima di venerdì. Era nero e con il sangue in faccia. Ho assistito infatti anche alle torture fatte a Emanuel, lo torturavano con l’asciugacapelli, gli avevano dato il caffè amaro con una siringa per farlo vomitare. Sempre qualche giorno prima di venerdì”. Sono queste la parole della figlia 17enne di Giovanni Barreca, arrestata per concorso in omicidio, secondo quanto emerge dal provvedimento di convalida del fermo emesso dal gip di Termini Imerese. Per l’omicidio di Antonella Salomone e i figli Kevin ed Emanuel di 16 e 5 anni sono stati arrestati il capofamiglia Giovanni Barreca e una coppia, Massimo Carandente e Sabrina Fina. I 3 sono accusati di omicidio plurimo e soppressione di cadavere.
“Anche mia madre era stata torturata nei giorni precedenti. Non ricordo quanti episodi, credo 3 volte. Sempre prima di venerdì, hanno anche legato Emanuel sopra al materasso. Le tortura verso Emanuel erano finalizzate a liberarlo dai demoni. Loro dicevano di non vedere un bambino di 5anni ma un demone. Anche Emanuel in mia presenza è stato torturato tre volte”, continua la 17enne.
La ragazza ha raccontato che “Massimo e Sabrina l’avevano indotta a torturare Kevin, facendola saltare a piedi uniti sulla pancia del ragazzo, lo avevano legato con una catena arrugginita e dei cavi elettrici. Prima di Kevin – scrive la Gip – avevano torturato la madre dell’indagata, per una settimana. La coppia dormiva a casa dei Barreca e ad un certo punto aveva chiesto alla giovane di partecipare attivamente alle torture per il bene della famiglia. Il padre ed i suoi due amici avevano indotto Barreca a colpire al madre con una padella ma la ragazza si era rifiutata e aveva colpito al madre con un guanto di plastica”.
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