La senatrice a vita dal Memoriale della Shoah ha aggiunto: "Non rispondo in quanto ebrea per le azioni di Israele"
La senatrice a vita Liliana Segre ha partecipato alla cerimonia commemorativa ‘Coloro che non hanno memoria del passato sono condannati a ripeterlo’ organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio presso il memoriale della Shoah di Milano: “Trovo sbagliato mescolare cose completamente diverse” ha detto, “come hanno fatto tanti che hanno pensato di mettere in discussione il 27 gennaio per quello che sta succedendo a Gaza. Evidentemente hanno un bisogno spasmodico di fare pari e patta con la Shoah, di togliere agli ebrei il ruolo di vittime per antonomasia, di liberarsi da un inconscio complesso di colpa. Questo fenomeno segnala anche un fallimento educativo in questi più di 20 anni dall’approvazione della legge: sembra che qualcuno abbia scambiato il Giorno della Memoria per una specie di regalo fatto agli ebrei, da revocare se gli ebrei si comportano male. Ma allora siamo davanti ad una catastrofe culturale”. E ha aggiunto: “Non rispondo in quanto ebrea per le azioni di Israele”.
“Dato che si è giustamente parlato di ‘male assoluto’, penso che occorra riflettere sul fatto che non si arriva così un giorno, per caso, a un ‘assoluto'” ha detto ancora Segre. “Condannare il ‘male assoluto’ senza condannare la catena che lo ha reso possibile non avrebbe senso”, ha concluso.
Rabbino capo: “Cresce l’antisemitismo”
“È stata ricordata una crescita esponenziale dell’antisemitismo. L’immagine dell’ebreo in questo momento è devastante, siamo rappresentati come vendicativi, crudeli, assetati di sangue. È già successo, ha fatto parte della propaganda nazifascista come nel medioevo, ma essere ancora a quel punto è preoccupante”. Così il rabbino capo di Milano, Alfonso Pedatzur Arbib, nel corso del suo intervento alle cerimonia commemorativa. “Spero che non porti conseguenze fisiche sulle persone – continua il rabbino capo – io non so dove porti, ma una cosa del genere è estremamente preoccupante. Non è solo frutto ignoranza, questo tipo di immagine è portato avanti da religiosi, intellettuali, giornalisti. Io sono molto preoccupato e vorrei lo fossimo tutti. Vorrei che questo fosse un argomento del dialogo intereligioso. Davanti a chi dice che gli ebrei sono vendicati vorrei si reagisse in maniera veemente”.
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