Non è durata molto la panchina rossa, simbolo della violenza contro le donne, inaugurata stamani all’interno dell’Università La Sapienza di Roma. Un gruppo di persone aderenti al gruppo antagonista Zaum l’ha distrutta poco dopo essere stata svelata dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e dai calciatori giallorossi Benedetta Glionna e Leonardo Spinazzola. La panchina infatti era stata donata dalla As Roma, nell’ambito dell’iniziativa “Amami e basta”. Gli autori del danneggiamento sono stati bloccati dalla polizia giunta sul posto. Il gruppo ha rivendicato il gesto sul profilo Instagram del collettivo, postando una foto della panchina rossa distrutta accompagnata dalla frase “Questo è quello che ne pensiamo delle vostre panchine rosse”, e ancora “panchine rosse nell’indifferenziata”.
Autori individuati da video
Gli autori del danneggiamento della panchina rossa, simbolo della lotta alla violenza contro le donne, avvenuto stamani all’interno dell’Università La Sapienza di Roma, non sono stati bloccati dai poliziotti giunti sul posto, ma una volta identificati – attraverso i video della Scientifica – verranno denunciati. Gli antagonisti aderenti al collettivo Zaum hanno rivendicato il gesto sui canali social del gruppo. Nell’area dove era appena stata installata la panchina si trovavano una cinquantina di persone, ma il danneggiamento è stato opera di alcune di loro. La panchina era stata donata dall’As Roma, ed era stata inaugurata dal sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri, e dai calciatori giallorossi Benedetta Glionna e Leonardo Spinazzola nell’ambito dell’iniziativa ‘Amami e basta’.
Rettrice Sapienza: “Indignati da distruzione panchina rossa”
“Nella giornata di oggi, mentre la Sapienza era impegnata a confermare la propria costante azione nella lotta contro la violenza di genere ospitando una manifestazione organizzata insieme ad AS Roma e all’Assemblea Capitolina, nel momento stesso in cui alcune studentesse e rappresentanze portavano la loro testimonianza di attività concreta con denunce e iniziative, un manipolo di pochi facinorosi, tra studenti e persone estranee all’università, ha distrutto la panchina rossa donata alla comunità universitaria da AS Roma, contestando la posa di un simbolo universalmente riconosciuto come impegno nella lotta contro la violenza sulle donne”. Lo comunica con una nota l’Università Sapienza di Roma.
“Riteniamo che l’obiettivo di un grande Ateneo come il nostro – dichiara la rettrice, Antonella Polimeni – sia quello di mettere in atto azioni concrete e simboliche, di costruire una comunità educante, di cercare alleanze e di costruire esempi. Starà alla nostra comunità stabilire se l’esempio corretto è quello di chi posa simboli o di chi li distrugge. Di chi mette in atto azioni o di chi le contesta, di chi apre i centri antiviolenza, con professionisti formati, rivolti alla propria comunità e al territorio nel quartiere di San Lorenzo, oppure di chi occupa spazi, sottraendoli a tutta la comunità studentesca. Ci sarà tempo – prosegue la Rettrice – per capire quali possano essere le ragioni per cui il simbolo universale della lotta contro la violenza nei confronti delle donne, viene violentemente abbattuto. Oggi è invece per noi il tempo di indignarci per l’accaduto, ripristinare la panchina e rinsaldare l’alleanza con tutti coloro che vogliono contribuire a creare una cultura diffusa, trasversale tra le generazioni, basata sul rispetto della persona, dell’individuo in quanto tale. In una giornata come oggi – conclude la rettrice – in cui le nostre studentesse hanno affermato che non intendono più subire, tollerare o assistere ad alcuna forma di violenza voltandosi dall’altra parte, serve sorellanza e solidarietà tra le donne, e tra donne e uomini”.