Schlein: "Questo processo si farà"
Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha sbloccato il processo nei confronti dei quattro 007 egiziani accusati della tortura e uccisione di Giulio Regeni, i genitori del ricercatore trovato morto al Cairo nel 2016 si chiedono: “Cosa accadrà ora? Cosa può fare la politica per sostenere questa irrinunciabile battaglia di giustizia? Perché serve ancora la scorta mediatica?”. Per provare a rispondere a queste domande è stata convocata una conferenza stampa nella sede romana dell’Ordine dei giornalisti.
Alla conferenza i genitori di Regeni sono arrivati accompagnati dall’ex presidente di Articolo 21, Beppe Giulietti. Nella sala, gremita di cronisti, c’è anche la segretaria del Pd Elly Schlein. “La ricerca della verità fa parte dei doveri dei giornalisti“, ha commentato Giulietti, “con il Presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e con il consiglio continueremo la scorta mediatica. Riprenderemo insieme anche la lotta per la verità sulla morte di Ilaria Alpi”. Da parte sua, il presidente nazionale dell’OdG, Carlo Bartoli, ha sottolineato: “La verità si ottiene non soltanto con la magistratura ma anche con il nostro impegno, senza verità non c’è giornalismo“.
Genitori: “Consulta restituisce dignità a Giulio”
“La decisione della Consulta è un passo importante. Siamo qui con voi dopo un provvedimento importante della Corte Costituzionale. Una decisione che restituisce dignità a Giulio. Ho visto finalmente quella bilancia che si è riequilibrata. Ringraziamo il procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi e l’aggiunto Sergio Colaiocco per come stanno seguendo la vicenda. Chiediamo alla stampa di rimanerci accanto e continuare con la scorta mediatica”, ha detto in conferenza il padre di Giulio Regeni, Claudio. “La nostra contentezza è vedere voi giornalisti e tutto il popolo giallo come avete combattuto e lottato con noi per la verità è la giustizia per Giulio. Quest’anno il turismo con l’Egitto è salito notevolmente da parte degli italiani, chiediamo coerenza nelle scelte. Gli egiziani non hanno capito che Giulio era un ricercatore. Per questo l’Egitto è un paese pericoloso”, ha sottolineato invece la madre, Paola Deffendi.
Schlein: “Questo processo si farà”
“Questo processo si farà. Lo abbiamo sempre sostenuto e continueremo a farlo. Servirà a rendere giustizia a Giulio ma anche alle altre vittime di sparizioni forzate che sono avvenute in Egitto”. Così Elly Schlein, segretaria del PD, a margine della conferenza stampa.
Legale famiglia: “Egitto non collabora”
Nella conferenza stampa la legale della famiglia, Alessandra Ballarini, ha detto: “L’Egitto non collabora. Se collaborasse ci consegnerebbe i 4 imputati. Aspettiamo le motivazioni della Consulta sul provvedimento. Sul reato di tortura è prevista una collaborazione tra Stati ed in questo caso l’Egitto appare come il mandante dell’omicidio di Giulio. Se non collaborano vuol dire che sono dei vigliacchi. Ci aspettiamo che, alla luce del provvedimento della Consulta, vengano sbloccati tutti gli impedimenti che si sono verificati”. E ha proseguito: “Nell’ordinanza del Gup Ranazzi vengono evidenziati aspetti incostituzionali. Elementi questi che non possiamo permettere che si verifichino. Dal Cairo abbiamo ricevuto settembre un comunicato che spiega come Giulio sia stato ucciso come un egiziano vittima di sparizione forzata. Ma noi abbiamo fiducia che quei 4 funzionari che lo hanno ucciso, finalmente paghino“.
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