La posizione della procura in udienza nella causa civile intentata dagli azionisti di minoranza
Se Visibilia Editore è in una situazione di “crisi di liquidità” e “finanziaria” e non riesce a recuperare i crediti da Visibilia srl in liquidazione “non si capisce perché il consiglio di amministrazione non si attivi per recuperare i crediti” con “l’escussione del garante” Daniela Santanchè che ha messo a garanzia la propria casa milanese dal valore di quasi 6 milioni di euro. Sarebbe questa, in sostanza, la posizione della Procura di Milano che è stata riferita al termine dell’udienza di oggi, 28 settembre, davanti al Tribunale civile, dal finanziere Giuseppe Zeno che guida la cordata degli azionisti di minoranza del Gruppo, fondato dalla ministra del Turismo, che hanno denunciato “gravi irregolarità” che avrebbero affossato il titolo in borsa di Visibilia. Il riferimento è ai “rimborsi attestati da Visibilia srl in liquidazione” verso Visibilia Editrice srl (e quindi a Visibilia Editore spa), come hanno scritto i pm Laura Pedio e Maria Gravina nelle note depositate in vista dell’udienza. Rimborsi che sono “crescenti nel tempo” e ammontano a 600mila euro per il 2024 e 943mila per il 2025. Nelle note la Procura ha spiegato come “al garante di tali debiti (accollante) non risultano essere state richieste da parte del Gruppo garanzie reali né tantomeno fidejussorie” e che anzi a “seguito dell’accordo di transazione fiscale del 2 agosto 2023 (per l’importo di 1.639.456,69 euro) firmato con responsabilità solidale di Visibilia srl in Liquidazione oltre che degli accollanti Garnero Santanchè e Immobiliare Dani srl” risulta “evidente come le prospettive di incasso da parte di Visibilia Editrice siano di fatto subordinate rispetto alle pretese della Agenzia delle Entrate”.
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