Lo sostiene il pm, che ha convalidato il fermo: avrebbe appiccato il fuoco in casa per poi chiedere aiuto ai vicini
Il 47enne di San Michele Salentino (Brindisi), fermato ieri pomeriggio con l’accusa di omicidio volontario dopo il ritrovamento del cadavere carbonizzato della madre, 71 anni, vedova, potrebbe fuggire. È quanto sostiene il pm della procura di Brindisi, Alfredo Manca, che ha firmato il decreto di fermo eseguito dai carabinieri, nelle motivazioni relative alla sussistenza del pericolo di fuga dell’indagato.
Ci sarebbe un movente di natura economica dietro l’omicidio. Stando a quanto apprende LaPresse, nella ricostruzione descritta nel decreto di fermo, l’omicidio potrebbe essere scaturito da questioni legate alla vendita dell’abitazione in cui viveva l’uomo e dove è stato ritrovato il corpo senza vita della madre. Il cadavere era in cucina. L’immobile sarebbe stato lasciato in eredità dal padre del 47enne, figlio unico. L’indagato, stando alle prime dichiarazioni, avrebbe detto di essere andato a prendere la madre perché avevano appuntamento da un geometra per discutere della vendita dell’immobile. Davanti al pm e alla presenza del suo difensore di fiducia, il 47enne si è poi avvalso della facoltà di non rispondere. Avrebbe appiccato il fuoco all’abitazione per poi chiedere aiuto ai vicini. Stando a quanto ricostruito, l’uomo si sarebbe recato da alcune persone residenti nelle vicinanze, ma in questa circostanza non sarebbe sembrato turbato.
Contestata l’aggravante del vincolo familiare. Non sono contestate, stando a quanto si apprende, le aggravanti dei futili motivi e della premeditazione. Il 47enne è detenuto nel carcere di Brindisi, in attesa dell’udienza di convalida del fermo davanti al gip.
L’uomo aveva precedenti, oltre che per stalking nei confronti della madre, anche per detenzione di armi. È sempre quanto emerge dal decreto di fermo, eseguito dai carabinieri e firmato dal pm della procura di Brindisi, Alfredo Manca. Per armi, stando a quanto si apprende, l’uomo era stato condannato dal tribunale di Reggio Calabria, dopo essere stato arrestato nel 2019. Per questo reato doveva scontare un residuo pena pari a dieci mesi e a breve era fissata udienza davanti al tribunale di sorveglianza.
Dal figlio maltrattamenti e minacce di morte
“La donna (e il marito deceduto) era stata già vittima di gravissimi maltrattamenti per mano del figlio e pesantemente minacciata di morte, fatto per il quale veniva condannato in primo e secondo grado”, scrive ancora il pm nel suo provvedimento.
Incendio divampato in camera da letto
“Da una preliminare valutazione, l’incendio appare essere divampato all’interno della camera da letto, andata totalmente distrutta, per poi interessare in maniera meno consistente le restanti camere e il soggiorno ingresso. Il salone si è presentato a soqquadro con caratteristi indici di una colluttazione”, si legge inoltre nel provvedimento.
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