Arpa Piemonte ha spiegato nel dettaglio quanto accaduto la notte tra il 13 e il 14 agosto 2023
Nella serata del 13 agosto 2023, intorno alle 22, Bardonecchia è stata invasa da un fiume di fango e detriti a seguito di un nubifragio. Ma cosa è accaduto esattamente?
Secondo Arpa Piemonte, intorno alle 21 è stato osservato il passaggio della colata detritica originatasi nel bacino del Rio Frejus. “La colata detritica sembrava apparentemente innescatasi in assenza di precipitazioni significative, come percepito e testimoniato dalla popolazione locale e come evidenziato dalle registrazioni dei pluviometri della rete meteoidrografica regionale di Arpa Piemonte, in particolare dal pluviometro di Bardonecchia Pranudin ricadente all’interno del bacino del Frejus”. Molti residenti hanno infatti riferito che a Bardonecchia non ha piovuto.
Il passaggio della colata detritica “è stato inoltre registrato dall’idrometro di Beauleard (TO) installato sulla Dora di Bardonecchia poco a valle della confluenza con il Rio Frejus, che ha misurato un picco repentino di 0,92 m intorno alle 18:30UTC (20:30 ora locale)”, spiega Arpa.
Tuttavia, analizzando le osservazioni provenienti dai radar meteorologici di Arpa Piemonte, è stata identificata una cella temporalesca caratterizzata da intensità di precipitazione da moderata ad alta che ha interessato la testata del Rio Frejus a partire dalle 20 ora locale.
La cella temporalesca caratterizzata da un indice di severità 4, corrispondente ad intensità elevate, ha progressivamente incrementato le sue dimensioni coinvolgendo un’area più estesa del bacino a partire dalle 20.30 ore locali circa. La cella è persistita alla testata del Rio Fréjus mantenendo elevate intensità fino alle 21.30 ora locale circa, per poi esaurirsi.
Cos’è la cella temporalesca che ha colpito il Rio Frejus
La cella temporalesca è stata caratterizzata da una certa stazionarietà e da intensità elevate tale da risultare la principale causa di innesco della colata detritica.
Restano da verificare, tramite sopralluoghi di approfondimento, eventuali concause secondarie dovute all’innesco di frane superficiali confluite nel reticolo idrografico del bacino, o ad apporti idrici supplementari provenienti da rilasci d’acqua da tasche potenzialmente presenti nel nevaio sito in testata di bacino.
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