Sgominato un gruppo responsabile di tortura con uccisione del torturato, tentata estorsione, rapina, detenzione di armi e reati in materia di stupefacenti

Risolto il caso del cadavere trovato un anno fa a Lonate Pozzolo, per il riconoscimento del quale la polizia aveva diffuso le foto di alcuni tatuaggi. La Polizia di Stato di Varese ha concluso una vasta operazione che ha portato all’esecuzione di 26 misure cautelari di cui 24 in carcere, 1 agli arresti domiciliari e 1 divieto di dimora in Lombardia e Piemonte, emesse dai gip di Busto Arsizio, nei confronti di un gruppo di persone originarie indagate a vario titolo per i reati di tortura con uccisione del torturato, tentata estorsione, rapina, detenzione di armi e reati in materia di stupefacenti.

Gli arresti sono stati eseguiti in Lombardia nelle province di Milano, Lodi, Pavia e Cremona, ed anche nelle province di Novara e Piacenza. Parte dei soggetti destinatari – irregolari in Italia e senza fissa dimora – è risultata irreperibile. Un arresto è stato eseguito in Germania.

L’indagine ha preso il via un anno fa, con il ritrovamento del cadavere di un uomo privo di documenti, abbandonato seminudo in una piazzola di sosta a bordo strada della SS336 nel Comune di Lonate Pozzolo, con evidenti segni di violenza subita. Gli elementi raccolti hanno consentito di comprendere che l’uomo ucciso avesse fatto parte di un gruppo di presunti spacciatori tutti di nazionalità marocchina, facenti capo a due fratelli “proprietari” di diverse piazze di spaccio situate in provincia di Milano, Varese, Novara, Pavia e Lodi. La vittima avrebbe pagato con la vita la sottrazione al gruppo di droga e soldi per 30mila euro. 

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