“Oggi c’è una manifesta volontà da parte di Shabbar Abbas di essere presente, tant’è vero che la mail inviata dal collega pachistano dice chiaramente di partecipare e, addirittura, all’udienza di ieri in Pakistan lui ha dato il consenso ma, disgraziatamente, come dice il collega, non c’era nessuno a rappresentare l’autorità italiana. Questo è quanto scrive il collega pachistano”. Lo ha detto Simone Servillo, avvocato di Shabbar Abbas, padre di Saman Abbas, la 18enne di origini pachistane residente a Novellara (Reggio Emilia), per la cui scomparsa è indagato insieme alla moglie e altri tre parenti. La giovane era sparita dalla cittadina emiliana nella primavera del 2021, dopo aver rifiutato un matrimonio forzato. Il legale, durante l’udienza, ha fatto riferimento a uno scambio di mail con il suo omologo in Pakistan. Come dichiarato da Servillo, il suo intervento avrebbe avuto l’obiettivo di “mettere la corte al corrente di questa comunicazione” fatta dal collega pachistano. Nelle ultime ore, infatti, era emersa una dichiarazione del padre della 18enne che non avrebbe prestato il consenso di partecipare all’udienza di oggi. Secondo quanto riferito da Servillo, “non corrisponde a verità che Abbas avrebbe detto ‘no, non voglio partecipare’”.
Le minacce a Saman Abbas
“È dall’inizio di questa vicenda che Shabbar Abbas minaccia Saqib, prima direttamente, motivo per cui riporta a casa Saman. Anzi, la trappola ordita ai suoi danni è stata appunto quella di dire alla ragazza, quando era in Italia insieme a Saqib, torna a casa perché solo così smetteremo di minacciare i suoi genitori in Pakistan”. Lo ha dichiarato, a margine dell’udienza, Barbara Iannuccelli, l’avvocato che sostituisce il collega Claudio Falleti, legale di Saqib Ayub, il fidanzato di Saman Abbas, in occasione del processo per la morte della ragazza, la 18enne di origini pachistane, residente a Novellara, nel Reggiano, per la cui scomparsa sono indagati i genitori, uno zio e due cugini. La giovane era sparita dalla cittadina emiliana nella primavera del 2021, dopo aver rifiutato un matrimonio forzato.
Maresciallo carabinieri: “Ragazza sentita in caserma il 28 giugno 2020”
Questa mattina, in occasione dell’udienza del processo per la scomparsa di Saman Abbas, la 18enne di origini pachistane e residente a Novellara, nel Reggiano, per la cui morte sono indagati i genitori, uno zio e due cugini, è stato ascoltato, come testimone, il maresciallo dei carabinieri Pasqualino Lufrano, che ha avrebbe saputo di lei, la prima volta, il 12 giugno 2020, quando il padre, Shabbar Abbas, si sarebbe presentato per denunciare la scomparsa della figlia, parlando di un allontanamento volontario della ragazza. Secondo quanto riferito dal militare, raccolta la denuncia di scomparsa sarebbero state avviate le prime ricerche. Saman sarebbe stata sentita in caserma il 28 giugno 2020. In base a quanto ricostruito durante la testimonianza, la giovane non avrebbe avuto, in quel periodo, il consenso di utilizzare il cellulare, perché il padre non voleva, dato che lei aveva avuto in precedenza contatto con estranei.
Avv. fidanzato: “Genitori ragazzo vengano qui”
“Sono state fatte tantissime istanze, si sono cercati tutti i modi immaginabili per far arrivare queste due persone: ci sono denunce di Saqib verso Shabbar relativamente alle minacce, però, a oggi, noi abbiamo la moglie dell’esecutore materiale, così risulta sulla carta, dell’omicidio di Saman in Italia, ma non abbiamo i genitori del ragazzo. Mi associo e oggi mi faccio portavoce delle istanze dell’avvocato Falleti: noi dobbiamo assolutamente fare in modo che questi genitori vengano in Italia, anche per riferire le minacce che hanno subito da parte del clan di Shabbar”. Lo ha dichiarato, a margine dell’udienza, Barbara Iannuccelli, l’avvocato che sostituisce il collega Claudio Falleti, legale di Saqib Ayub, il fidanzato di Saman Abbas, in occasione del processo per la morte della ragazza, la 18enne di origini pachistane, residente a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, per la cui scomparsa sono indagati i genitori, uno zio e due cugini. La giovane era sparita dalla cittadina emiliana nella primavera del 2021, dopo aver rifiutato un matrimonio forzato.
Avv. padre: “Se ci fosse stato videocollegamento oggi sarebbe qui”
“Se fosse stato, in ipotesi, predisposto il videocollegamento oggi Shabbar Abbas sarebbe qui”. Lo ha dichiarato Simone Servillo, avvocato di Shabbar Abbas, padre di Saman, la 18enne di origini pachistane scomparsa da Novellara, in provincia di Reggio Emilia, nella primavera del 2021 e per la cui morte l’uomo è indagato insieme alla moglie e ad altri tre parenti. “Uno deve fare anche i conti con le problematiche pratiche e concrete: è successo che i funzionari hanno chiesto, facendo perfettamente il loro mestiere, a Shabbar se intendesse o meno videocollegarsi – ha chiarito il legale -. Ora, in quel frangente, Shabba, non avendo contezza delle cose, ha chiesto tempo. Dopodiché ha sciolto la sua riseva, solo che a quel punto non c’era più la possibilità tecnica di fare il videocollegamento, perà in questo non c’è un tentativo defatigatorio e anche grazie all’avvocato pachistano, oggi posso dire che c’è l’oggettiva e dichiarata volontà di Shabba di partecipare al processo, ovviamente né di fare ostruzione, diretta o indiretta, e di raccontare, finalmente, anche la sua verità; è chiaro che ci sono delle difficoltà oggettive: Shabbar è ristretto in un Paese straniero e vi sono delle problematiche concrete, quelle che oggi hanno impedito la sua presenza in videocollegamento”.