Quattro lavoratori della Portovesme srl, nel Sulcis, in Sardegna, sono saliti su una delle ciminiere dell’impianto Kss della fabbrica a oltre 100 metri di altezza: una protesta clamorosa contro la fermata degli impianti, che ha indotto i lavoratori e i sindacati a indire una assemblea permanente.
Sono attrezzati con sacchi e pelo, tende e generi di conforto. Potrebbe essere pericoloso effettuare le operazioni di discesa dalla torre con il buio. Intanto è in corso l’assemblea degli operai dell’impianto e delle ditte d’appalto sulla convocazione di venerdì a Roma da parte del Governo. Non si escludono nelle prossime ore ulteriori decisioni su come proseguire nella protesta.
I quattro operai chiedono un incontro al ministero per sbloccare la situazione energetica in Sardegna, altrimenti continueranno la protesta. Questo è quanto comunicato dai lavoratori ai sindacati di categoria. L’azienda sta aumentando la riduzione degli impianti, disattendendo gli impegni presi nei mesi scorsi – secondo quanto contestano i lavoratori – e serve trovare un prezzo equo per l’energia e scongiurare la fermata degli impianti. I lavoratori interinali nel giro di un mese potrebbero rimanere senza lavoro e senza alcuna copertura di ammortizzatori sociali. Il settore Appalti non riesce a dare ai lavoratori l’anticipazione della Cassa integrazione guadagni.
Dopo l’assemblea dei lavoratori convocata ieri la Portovesme srl ha scritto al Prefetto di Cagliari comunicando – e chiedendo un intervento – che per questioni di sicurezza la situazione attuale non può durare oltre le 8 di questa mattina, altrimenti si procederà con la fermata degli impianti. “Tali forme di protesta – scrive – non possono essere più tollerate in una condizione economica come quella che stiamo vivendo”. L’assemblea di ieri mattina era stata molto partecipata e dibattuta. Una cinquantina di lavoratori rischiano di trovarsi in cassa integrazione a zero ore, senza neanche la possibilità di ruotare la cassa come gli altri colleghi.
In una nota, Emanuele Madeddu, segretario della Filctem Cgil e Vincenzo Lai della Famca Cisl, insieme a Pierluigi Loi della Uiltec Uil, esprimono “solidarietà ai lavoratori che intraprendono questa iniziativa per tutelare il lavoro – recita la nota -. Appare evidente come il tema da risolvere sia quello energetico ma non registriamo alcun passo in avanti da parte delle istituzioni”. I tre sindacati di categoria hanno quindi condiviso il documento dei lavoratori chiedendo un immediato incontro con il ministro competente.
Proclamato un nuovo sciopero tra i lavoratori delle ditte esterne
Proclamato un nuovo sciopero tra i lavoratori delle ditte esterne che lavorano nello stabilimento della Portovesme Srl, dove da questa mattina quattro operai sono saliti su una ciminiera a un’altezza di oltre 100 metri per protestare contro la fermata degli impianti determinato dall’aumento dei prezzi dell’energia. “Il 28 febbraio è la data entro la quale si devono presentare le soluzioni tecnico-giuridiche per interrompere la procedura di fermata dell’80% delle attività della Società, con la chiusura di interi reparti e dell’impianto di raffinazione di San Gavino Monreale. La situazione, legata al caro energia e le proposte di risoluzione sono state sottoscritte lo scorso 20 gennaio durante l’incontro tra la Regione Sardegna, Portovesme Srl, Rsu Portovesme Srl e Segreterie Territoriali Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil , e le confederazioni territoriali Cgil, Cisl e Uil – scrivono le rappresentanze sindacali nella nota -. Purtroppo con grande rammarico quella data è arrivata senza che ci sia stato nessun atto concreto, sia di tipo commerciale tra privati, che di fonte governativa e legislativa per calmierare il prezzo e garantire la continuità produttiva. Prendiamo atto che gli incontri e le buone intenzioni emerse durante gli incontri con i Parlamentari sardi nei mesi scorsi e il ruolo della Regione Sardegna non hanno prodotto un risultato tangibile. A oggi i livelli istituzionali non hanno messo in campo nessuna iniziativa finalizzata a modificare le azioni dell’azienda”.
Urso convoca d’urgenza tavolo Portovesme
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha convocato con urgenza il tavolo su Portovesme per venerdì 3 marzo alle ore 10. Al tavolo, presieduto dal sottosegretario delegato alle crisi industriali Fausta Bergamotto sono stati invitati rappresentanti della Regione Sardegna, istituzioni locali, azienda e parti sociali.
Da Portovesme Srl nessuna novità su prezzo energia
Nessuna novità sul prezzo dell’energia da parte della Portovesme srl, in attesa dell’incontro convocato dal ministero delle Imprese e Made in Italy per venerdì 3 marzo. Scade oggi l’intesa del 23 gennaio scorso con cui la Portovesme Srl aveva sospeso la procedura di cassa integrazione in attesa di trovare un’intesa sul prezzo dell’energia. Da domani sarebbe dovuto entrare in vigore l’accordo con i sindacati per applicare la cassa integrazione a rotazione per tutto l’organico dello stabilimento, composto da circa 550 persone. Il meccanismo di solidarietà punterebbe in questo caso consentirebbe il proseguimento dell’attività spalmando i sacrifici sugli stipendi di tutti i lavoratori.