Il gip ha previsto la custodia cautelare: arrestato. Trovati nelle tasche pizzini e numeri di telefono

Arrestato l’autista del boss Messina Denaro. Il gip di Palermo ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Giovanni Luppino, l’uomo che accusato di essere l’autista del boss Matteo Messina Denaro.

Matteo Messina Denaro ha detto al suo autista Giovanni Luppino poco prima di essere arrestato “è finita”. È quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare del gip Fabio Pilato che ha disposto il carcere per il commerciante di olive, che si trovava lunedì con il boss fuori dalla clinica La Maddalena di Palermo. Il commerciante di olive è accusato di favoreggiamento con l’aggravante mafiosa.

Nelle tasche del boss i pizzini

Nelle sue tasche, al momento dell’arresto, sono stati trovati biglietti e fogli scritti a mano con numeri di telefono, nominativi e appunti di vario genere il cui contenuto risulta di estremo interesse investigativo. È quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare del gip Fabio Pilato che ne ha disposto il carcere.

Dalla perquisizione eseguita dai Carabinieri del reparto investigativo è emerso che Giovanni Luppino, l’autista del boss Matteo Messina Denaro, era in possesso di un coltello a serramanico della lunghezza di 18,5 cm, di due cellulari posti in modalità aereo prima di essere spenti. È quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare del gip Fabio Pilato che ne ha disposto il carcere. All’udienza di convalida, Luppino – che non si è avvalso della facoltà di non rispondere – “ha fornito la sua versione dei fatti palesemente inverosimile”. 

Boss a suo autista prima di essere arrestato: “È finita”

Matteo Messina Denaro, arrestato lunedì dopo 30 anni di latitanza ha detto al suo autista Giovanni Luppino poco prima di essere arrestato “è finita”. È quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare del gip Fabio Pilato che ha disposto il carcere per il commerciante di olive, che si trovava lunedì con il boss fuori dalla clinica La Maddalena di Palermo. Il commerciante di olive è accusato di favoreggiamento con l’aggravante mafiosa. 

Luppino – da quanto emerge dall’ordinanza- ha dichiarato “di ignorare la vera identità del Messina Denaro, specificando che, circa sei mesi addietro, il suo idraulico di fiducia, Andrea Bonafede, glielo aveva presentato indicandolo come un suo cognato, di nome Francesco. Dopo quel brevissimo incontro, durato appena una manciata di minuti, non lo aveva più visto né incrociato, fino alla mattina del 16.1.2023 quando il tale Francesco, sedicente cognato di Andrea Bonafede, si era presentato all’alba (ore 5,45 del mattino) per chiedergli la cortesia di accompagnarlo a Palermo, dovendo sottoporsi a delle cure mediche in quanto malato di cancro”. 

“Basterebbero le semplici qualità soggettive di Messina Denaro ad escludere la versione che questi possa essersi affidato ad un ignaro ‘quisque de populo’, incontrato di sfuggita sei mesi addietro, ed avvalorare la tesi accusatoria che Luppino sia stato prescelto per uno spostamento ad alto rischio, proprio in virtù della massima fiducia che il capo mafia riponeva in lui”. È quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare del gip Fabio Pilato che ha disposto il carcere per Giovanni Luppino, l’autista del boss Matteo Messina Denaro. 

Gip: “Autista custodisce segreti e conosce rete boss”

“Sussistono le esigenze cautelari” poiché “si ravvisano in concreto diversi aspetti di particolare allarme sociale”. Trattandosi di un soggetto “a stretto contatto con il noto latitante può senz’altro presumersi che egli sia custode di segreti e prove che farebbe certamente sparire se lasciato libero. A ciò aggiungasi che occorre svolgere degli accertamenti sui pizzini dal contenuto sospetto rinvenuti al momento della perquisizione”. È quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare del gip Fabio Pilato che ha disposto il carcere per Giovanni Luppino, l’autista del boss Matteo Messina Denaro. Inoltre “ricorre il pericolo di fuga” in quanto “l’essere a stretto contatto con un soggetto in grado di mantenere lo stato di latitanza per ben trent’anni, postula la conoscenza anche della rete creata per sfuggire alla giustizia, di cui il Luppino stesso potrebbe avvalersi per darsi alla macchia”.

“È noto che il ruolo di autista costituisce compito estremamente delicato e strategico nell’organizzazione interna di cosa nostra, soprattutto per le esigenze di cautela e protezione dei capi mafia. Ne consegue che – secondo l’id quod plerumque accidit della fenomenologia mafiosa – l’incarico viene assegnato a persone di massima fiducia, in grado di garantire segretezza, sicurezza ed affidabilità degli spostamenti”. È quanto si legge nell’ordinanza di custodia cautelare del gip Fabio Pilato che ha disposto il carcere per Giovanni Luppino, l’autista del boss Matteo Messina Denaro. Secondo i gip “una simile funzione tocca il massimo livello di accortezza se poi il soggetto accompagnato sia addirittura il vertice assoluto dell’organizzazione criminale, costretto a destreggiarsi in un trentennale stato di latitanza”. Per tutti questi motivi “l’essere considerata persona di fiducia da un capo mafia del calibro di Messina Denaro proietta automaticamente l’indagato in una posizione di alta considerazione e ‘rispettabilità’ secondo i codici interni all’associazione mafiosa”.  

Le perquisizioni nei covi di Messina Denaro

Oggi intanto sono proseguite le perquisizioni nei covi e nella casa della mamma del vero Andrea Bonafede.

 

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