Polemica degli studenti contro il documento realizzato dal comune di Cividale e dalla regione

Fa discutere un opuscolo distribuito nelle scuole di Cividale del Friuli (Udine) sul tema della violenza sulle donne, realizzato da Comune e Regione Friuli: nel testo, tra i vari consigli, si invita a non guardare insistentemente e a non fare sorrisi ironici o provocatori a sconosciuti. A prendere posizione è stato il Movimento studentesco friulano.

“Siamo rimasti allibiti dalla distribuzione scandalosa all’interno delle nostre scuole di opuscoli, realizzati dal Comune di Cividale e dalla Regione Friuli Venezia Giulia, che dovrebbero insegnare a prevenire l’aggressione ma che invece non fanno altro che legittimarla – fanno sapere gli studenti – Questi testi sono intrisi di per sé di violenza di genere: riteniamo infatti inaccettabile la narrativa tossica con cui viene trasmessa la colpevolizzazione delle vittime“.

La violenza “è sempre responsabilità di chi la compie, mai di chi la subisce: parlare di prevenzione della violenza descrivendo il modo in cui la persona si veste significa giustificare l’aggressore. Frasi come ‘non guardate insistentemente e non fate commenti indirizzati all’altrui ragazza/o, né sorrisi ironici o provocatori a sconosciuti’ non fanno altro che evidenziare l’idea che la violenza sia responsabilità di chi la subisce e dei suoi comportamenti sbagliati, propugnando l’ideologia patriarcale della violenza legittimata”.

Riflessioni “in cui non si accusano gli aggressori e si chiede alle vittime di prepararsi a non ‘istigare’, non fanno altro che diseducare al rispetto altrui e al consenso – dice il Movimento studentesco friulano – È arrivato il momento che le istituzioni si prendano l’onere di insegnare il consenso e di creare un clima di sicurezza e non di paura. Ciò che noi riteniamo più scandaloso è che questo messaggio sia stato diffuso nelle scuole: parlare di prevenzione di violenza di genere in questo modo senza parlare di consenso ed educazione all’affettività significa giustificare e avvallare questo sistema tossico e patriarcale che la violenza la produce. Siamo stanchi di subire violenza patriarcale nei luoghi del nostro sapere: pretendiamo che si parli di educazione all’affettività e consenso, educare è l’unica vera prevenzione. Condanniamo aspramente la narrativa tossica giustificata e avvallata dalle istituzioni promulgatrici di questo messaggio, pretendiamo un’educazione all’affettività all’interno delle nostre scuole e una totale condanna di un qualsiasi atteggiamento giustificazionista di qualsiasi forma di violenza”.

L’assessore alle politiche sociali del Comune, Catia Brinis, al Messaggero Veneto ha dichiarato: “Non è mica la prima volta che l’opuscolo viene distribuito. È stato redatto non dalla sottoscritta, bensì da psicologhe e professionisti dell’Irss, dunque da figure che operano a stretto contatto con i centri antiviolenza. L’intento dell’amministrazione era quello di offrire un supporto ai ragazzi e alle famiglie, fornendo loro alcuni suggerimenti su come tutelare la propria incolumità, considerata la preoccupante escalation dei fenomeni di prevaricazione. Le frasi incriminate vanno lette nel quadro d’insieme, non isolate e decontestualizzate“. 

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