Le statistiche dell'Osservatorio Vega Engineering di Mestre restituiscono un quadro di 22 'morti bianche' alla settimana, almeno 3 al giorno

Nel computo delle statistiche manca ancora l’intero mese di dicembre, ma anche nel 2022 in Italia si sono superati i mille morti sul lavoro. Sono 1.006 i lavoratori che da gennaio a novembre 2022 hanno perso la vita da Nord a Sud del Paese con una media di oltre 91 vittime al mese. Lo fa sapere l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre parlando di oltre 22 decessi alla settimana e almeno 3 infortuni mortali al giorno. Sono 722 gli infortuni mortali verificatisi in occasione di lavoro e 284 in itinere (cresciuti del 21,4% rispetto allo scorso anno quando era ancora molto diffuso lo smart working).

Se, nello stesso periodo dello scorso anno, le ‘morti bianche’ totali erano state 1.116, il decremento della mortalità è solo apparente, spiega l’Osservatorio. Quest’anno sono infatti quasi sparite le vittime sul lavoro correlate al Covid (10 su 909 secondo le stime degli ultimi dati disponibili di fine ottobre 2022), che nel 2021 costituivano oltre un quarto dei decessi sul lavoro (282 su 1017). Ciò significa che gli infortuni mortali ‘non Covid’ sono cresciuti del 22% passando dai 735 di fine novembre 2021 agli 899 del 2022. Un dato del tutto analogo al 2019, a dimostrazione che il tragico fenomeno delle morti sul lavoro sostanzialmente non subisce diminuzioni da anni. Passata l’emergenza Covid, insomma, rimane tragicamente quella dell’insicurezza sul lavoro

“Auspichiamo che i nostri studi e approfondimenti possano rappresentare uno strumento efficace sul fronte della prevenzione degli infortuni sul lavoro”, afferma Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre: “L’obiettivo della diffusione di questi dati, infatti, è quello di spingere tutti coloro che si occupano di tutelare la salute dei lavoratori a riflettere e a rispondere quanto prima in modo efficace a questa strage”.

I numeri degli incidenti sul lavoro, del resto, non possono far altro che portare a una triste riflessione. Le denunce totali di infortuni sono cresciute del 29,8% rispetto al 2021, arrivando a quota 652.002. Il settore della Sanità sempre in testa alla graduatoria degli infortuni in occasione di lavoro (80.256 denunce), a cui seguono Attività Manifatturiere (70.483) e Trasporti (51.583). Importante in questi dati anche la lettura sull’evoluzione delle denunce totali di infortunio per Covid: a fine ottobre 2021 erano 36.821, mentre a fine ottobre 2022 sono diventate 107.602. Praticamente sono triplicate, dimostrando che il virus è divenuto molto meno mortale ma è ancora largamente presente nei luoghi di lavoro.

L’Osservatorio ha anche elaborato un indice di incidenza della mortalità sul lavoro rispetto alla popolazione lavorativa delle varie regioni e province. A finire in zona rossa alla fine dei primi undici mesi del 2022, con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale sono Valle D’Aosta, Trentino-Alto Adige, Basilicata, Campania e Calabria. In zona arancione Puglia, Umbria, Marche, Sicilia, Piemonte, Toscana e Veneto. In zona gialla, cioè sotto la media nazionale, Abruzzo, Molise, Lazio, Liguria, Emilia Romagna, Sardegna e Lombardia. In zona bianca, ossia la zona in cui l’incidenza delle morti sul lavoro è la più bassa, il solo Friuli-Venezia Giulia.

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