Sono stati accolti dal ministro dell'Interno Piantedosi: "Corridoi umanitari, esperienza unica di cui siamo fieri"

Centoquattordici profughi originari della Siria e di altri Paesi africani sono arrivati oggi all’aeroporto di Fiumicino per mezzo di un corridoio umanitario. Sono stati accolti dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, insieme al titolare della Farnesina Antonio Tajani. “Siamo qui per testimoniare la nostra condivisione, il nostro compiacimento e il nostro orgoglio come Italia perchè questa, dei corridoi umanitari, è una esperienza unica in Italia di cui siamo fieri“, ha dichiarato Piantedosi, ringraziando l’Unchr oltre alla comunità di Sant’Egidio e alle chiese evangeliche, che si sono offerte di ospitare i migranti. “È questa l’accoglienza che ci piace, accoglienza e integrazione sono un’unica cosa. L’accoglienza ha senso quando ci sono progetti di integrazione fatti in questo modo, con le città che accolgono e tutta una filiera di istituzioni del terzo settore, dello Stato e del Governo”, ha proseguito, definendosi anche orgoglioso di “contribuire a questi progetti di fuga dall’orrore che sono i centri di detenzione in Libia“.

 

 

Gli ha fatto eco Tajani: “L’Italia è l’unico Paese che organizza corridoi umanitari di questo tipo: è un modo chiaro per dire no ai trafficanti di esseri umani e sì a un percorso per i migranti regolare e controllato che porta non a condizioni di vita di disagio, ma a una buona integrazione. Questa è la politica che noi vogliamo fare unita perchè ci possa essere pace, crescita, perchè si possa sconfiggere la carestia, perchè possano finire le guerre e il terrorismo“. 

Voci da Fiumicino: “In Libia avevo paura per la mia famiglia”

“In Libia c’era la guerra, avevo paura per me, mia moglie e i miei quattro figli. È stato terribile, ci offendevano, ci trattavano male. In Libia sono razzisti contro di noi.
Volevo assicurare un futuro a tutti noi e ho contattato l’Unhcr che ci ha messo in contatto con Sant’Egidio. Ora siamo qui e per noi è un bel giorno”. Sono le parole di Abdul Karim, una delle persone atterrate oggi pomeriggio al Terminal 5 dell’aeroporto di Fiumicino. L’uomo, 34 anni, padre di quattro figli, nel 2012 è scappato dal suo Paese d’origine, la Siria. È partito con tutta la famiglia per approdare nell’inferno delle carceri libiche. Nel mezzo un viaggio disperato attraverso le frontiere di Giordania ed Egitto.

 

 

 

 

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