Arrestato inoltre il capogruppo di Forza Italia in Lucania, Francesco Piro

Dalle prime ore di stamane a Potenza e provincia è in corso un’operazione di polizia giudiziaria condotta dalla Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri, coordinata dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia. Secondo quanto si apprende sarebbero oltre 100 gli indagati nell’ambito dell’operazione: tra questi sarebbe stato arrestato il capogruppo di Forza Italia alla Regione Basilicata, Francesco Piro. Un provvedimento di divieto di dimora avrebbe raggiunto invece l’attuale assessore regionale all’agricoltura, Francesco Cupparo, sempre di Forza Italia. A essere coinvolto anche l’ex assessore regionale alla sanità, Rocco Leone (Fratelli d’Italia) e il direttore dell’ospedale San Carlo, Giuseppe Spera.

Anche Vito Bardi, presidente della Regione Basilicata, risulta indagato nell’ambito della operazione della Dda di Potenza. Le ipotesi di reato a carico degli ingadati sono induzione indebita, tentata concussione, traffico di influenze, abuso d’atti d’ufficio.

Anche gestione dei kit Covid nell’indagine

Tra i filoni dell’inchiesta della Dda di Potenza c’è anche la gestione dei kit tampone per rilevare la presenza del Covid nell’ambito della prima ondata e del primo lockdown. Secondo l’ipotesi accusatoria, esponenti dell’amministrazione regionale, a differenza degli altri cittadini, accedevano ai controlli anche senza avere i presupposti per potervi accedere.

Piro in contatto con ‘ndrine e cosche locali

Francesco Piro, capogruppo FI in Consiglio regionale della Basilicata, avrebbe avuto numerosi contatti con le ‘ndrine calabresi e cosche locali. Contatti, secondo quanto ricostruito dalla Procura di Potenza diretta da Francesco Curcio, attraverso dichiarazioni e intercettazioni, che Piro avrebbe avuto “non di rado” per raggiungere “proprie finalità personali, politiche ed elettorali“. A scopo intimidatorio, secondo quanto scoperto dagli inquirenti, Piro, destinatario di una misura di custodia cautelare in carcere a Potenza, “ostentava ai suoi interlocutori i suoi asseriti collegamenti con contesti criminali calabresi”.

Indagini per oltre due anni

Le indagini sono andate avanti per oltre due anni. Tra gli indagati risultano anche Francesco Fanelli, ex assessore regionale alle Politiche agricole e attuale assessore alla Salute, Gianni Mastroianni, assessore alle Attività produttive del Comune di Lagonegro, Donatella Merra, assessore regionale alle Infrastrutture; Antonio Ferrara, dirigente amministrativo e segretario generale della Giunta lucana. Nell’ambito dell’operazione della Dda, sono state effettuate anche delle perquisizioni “locali e di natura informatica” negli uffici della Regione e del Comune di Lagonegro. Gli inquirenti hanno perquisito gli uffici della Regione Basilicata, dell’ospedale San Carlo di Potenza, e anche l’abitazione del governatore Bardi (indagato ma senza alcuna misura cautelare a carico) a Filiano, in provincia di Potenza.

Voti in cambio di nomine in futuro ospedale

Voti in cambio di trasferimenti, nomine promozioni, affidamenti di servizi pubblici, favoritismi: è uno dei filoni dell’indagine della Procura di Potenza. Secondo gli inquirenti, nell’ambito delle attività tese al procacciamento di voti in occasione delle elezioni comunali di Lagonegro, gli indagati, avvalendosi delle loro prerogative pubbliche, ottenevano la promessa di voti o di “pacchetti di voti”, in cambio di atti del loro ufficio pubblico (trasferimenti, promozioni, assunzioni, affidamenti di servizi pubblici, vari favoritismi) collegati all’insediamento del nuovo ospedale che sarebbe dovuto sorgere a Lagronegro e per il quale vi è un investimento di 70milioni di euro.

Bardi: “Io estraneo, ho fiducia nella magistratura”

“Voglio essere come sempre trasparente con i miei concittadini: stamattina mi hanno chiamato in causa su alcune vicende oggetto di indagine. Voglio prima di tutto ribadire la mia disponibilità verso le forze dell’ordine e la magistratura cui darò la massima collaborazione per fare chiarezza”. Così in una nota il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi.
“In particolare, mi viene contestato di aver promesso di favorire una persona per ottenere un trasferimento di sede, fattispecie rispetto alla quale mi ritengo del tutto estraneo – afferma – In un altro filone dell’indagine, che non mi riguarda assolutamente, si paventa il coinvolgimento della criminalità organizzata calabrese, su cui auspico venga immediatamente fatta la massima chiarezza”. “C’è la sofferta questione dei tamponi, che – ripeto ancora una volta – non ha sottratto alcunché ai cittadini lucani e ai quali sono stato sottoposto per ragioni sanitarie e non certo per favoritismo, nella convinzione della perfetta doverosità di tale prestazione”, aggiunge.
“Vengono poi contestate alcune delibere di Giunta – quindi atti pubblici, che tutti possono leggere – con le quali avremmo tentato di influenzare l’allora Direttore generale del San Carlo. Sono atti di programmazione e di indirizzo sanitario, che non avevano alcun secondo fine”, sottolinea. E aggiunge: “Voglio essere chiaro: la mia volontà di andare avanti nel governo della Regione Basilicata non è nemmeno in discussione. Sono sereno, ho un lavoro da portare a termine, nell’esclusivo interesse dei lucani, soprattutto in un momento di crisi senza precedenti come quello che stiamo vivendo. Voglio infine sottolineare un fatto: la mia vita è sempre stata improntata alla legalità e al rispetto delle regole. È la mia storia personale”. 

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