Domani la convalida del fermo per Mirko Tammaro, che ha ucciso il 3 settembre a colpi di pistola il 20enne Andrea Gaeta

Aveva l’obbligo di restare a casa dalle 22 alle 7 perché affidato in prova ai servizi sociali dopo una condanna per furto. Mirko Tammaro, 26 anni, di Orta Nova (Foggia), ha ucciso Andrea Gaeta, 20 anni, dopo averlo visto in auto con la sua ex fidanzata e alcuni amici nella tarda serata del 3 settembre scorso: ha invitato a uscire dall’abitacolo chi riteneva fosse diventato suo rivale amore, gli si è avvicinato e gli ha sparato 4-5 colpi di pistola.

Tutti e quattro, tra cui l’ex ragazza di Tammaro, seduta sul sedile posteriore, hanno assistito all’omicidio e sono ritenuti dalla procura di Foggia testimoni attendibili, stando a quanto risulta dal decreto di fermo eseguito dai carabinieri, di cui LaPresse ha preso visione.

Il 26enne, accusato di omicidio volontario e porto e detenzione illegale di arma da fuoco, sarà ascoltato domani mattina dal gip Carlo Protano del tribunale di Foggia, in sede di udienza di convalida del fermo firmato dalla pm Dominga Lucia Petrilli. Non è escluso che si avvarrà della facoltà di non rispondere, così come è avvenuto davanti al pm, dopo essersi consegnato ai carabinieri nei pressi del casello di Termoli, dove ad attenderlo c’era anche il padre che lo ha persuaso a tornare indietro, e aver fatto trovare l’arma, un revolver calibro 356 magnum, in agro di San Ferdinando di Puglia (Barletta-Andria-Trani).

Il movente dell’omicidio, avvenuto in via Saragat, nei pressi della zona industriale di Orta Nova, sarebbe riconducibile alla gelosia, stando alle testimonianze raccolte dai militari: Tammaro sarebbe stato lasciato dalla fidanzata qualche giorno prima e avrebbe visto la ragazza assieme ad Andrea Gaeta. La sera del 3 settembre Gaeta sarebbe stato visto in un bar del paese assieme ad alcuni amici, tra i quali la ex di Tammaro. Secondo le loro dichiarazioni, il 26enne sarebbe passato più volte con l’auto e nel corso della serata avrebbe tempestato di telefonate la giovane rivolgendole anche minacce di morte. Il gruppo si sarebbe allontanato dal bar e sarebbe salito sull’auto di Gaeta, superando quella di Tammaro che, subito dopo, avrebbe iniziato a lampeggiare pretendendo che accostasse.

Affiancata l’auto di Gaeta, Tammaro avrebbe invitato il 20enne a uscire dall’abitacolo. Una volta fuori, avrebbe estratto una pistola per far fuoco. Gaeta sarebbe riuscito ad alzarsi, ma dopo aver messo in moto l’auto, si è accasciato sul sedile. I quattro giovani a quel punto avrebbero cercato riparo nelle campagne circostanti per salire sull’auto di un uomo che, dopo aver lanciato l’allarme chiamando il 112, li ha accompagnati in paese. Poco dopo, assieme al cugino di uno di loro, i 4 ragazzi sono arrivati al comando dei carabinieri di Carapelle (Foggia). L’avvocato Michele Sodrio che rappresenta i genitori del 20enne, non esclude che siano ravvisabili le aggravanti dei futili motivi e della premeditazione, e ha fatto appello alla procura affinché il corpo del ragazzo sia restituito al più presto. Nelle prossime ore sarà conferito al medico legale l’incarico per l’autopsia.

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