La preghiera nella Basilica di Santa Sofia: appello per l'accoglienza dei profughi

(LaPresse) Non è una domenica come le altre per la comunità ucraina, che a Roma si riunisce per la messa nella Basilica di Santa Sofia. Padre Marco, rettore della Basilica, dal pulpito invoca il perdono per i nemici e la pace, come previsto dalla Quaresima, ma il suo pensiero è per le persone pronte a partire per tornare in patria, al fronte: “Il nostro Paese è in lotta per difendere la propria indipendenza. Tanti sono già partiti per difendere la propria casa”. Intanto nella canonica è un via vai di persone con in mano borse della spesa colme di generi alimentari e medicine: “Sono aiuti da mandare in patria. Il popolo italiano è solidale con noi. Il nostro appello ora è per l’accoglienza dei profughi”, spiega la responsabile, Lesia, mentre smista senza sosta scatole di biscotti e confezioni di pannolini. Sul piazzale intanto ci si scambia informazioni su parenti e amici in patria: “La famiglia di mio figlio la notte scorsa si è rifugiata in cantina. Il mio nipotino si è addormentato pregando col rumore delle bombe”.

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