Il processo non è ancora iniziato. Gli imputati sono 30, 29 hanno già scelto il rito abbreviato

Giornata di commemorazioni per le vittime dell’hotel Rigopiano di Farindola, nel pescarese, tragedia nel quale morirono 29 persone intrappolate nel resort distrutto da una valanga il 18 gennaio 2017. In cerca di giustizia i familiari delle vittime: “5 anni trascorsi da una strage senza verità”, come ha dichiarato Marcello Martella padre di Cecilia, 24enne, una delle vittime. Ad oggi infatti il processo che dovrà stabilire eventuali responsabilità legate sia al luogo di costruzione dell’hotel sia al presunto ritardo dei soccorsi deve però ancora cominciare. Sono 25 gli imputati nel processo penale riunito al procedimento per depistaggio che vede altri 5 imputati. Di questi 30, 29 hanno scelto il rito abbreviato. “La speranza è che prima possibile si giunga almeno alla sentenza di primo grado, la prescrizione incombe”, ha ricordato Gianluca Tanda fratello di Marco, altra vittima.

Le cerimonie previste per onorare le vittime

Diverse cerimonie sono programmate in Abruzzo per ricordare le 29 vittime dell’albergo Rigopiano. A Montesilvano, in provincia di Pescara, alle ore 11.30, il sindaco Ottavio De Martinis deporrà un mazzo di fiori nel giardino di via Nilo, intitolato alle vittime di Rigopiano. Parteciperà alla cerimonia anche un familiare delle vittime. Oltre alla cerimonia pomeridiana nell’area in cui sorgeva l’albergo, a Farindola (Pescara) anche nelle città di provenienza delle vittime si ricorderà la tragedia.

In occasione del quinto anniversario della tragedia, Chieti ricorda le vittime alle 10.30 al monumento di via D’Aragona commemorando Dino Di Michelangelo, il poliziotto teatino che ha perso la vita fra le macerie dell’albergo.

Gli eventi di quel tragico pomeriggio di cinque anni fa

Il 18 gennaio 2017 nell’albergo a Rigopiano erano bloccate dalla neve 40 persone, tra queste 4 bambini. Alle 17 una valanga sfondò l’edificio trascinandolo per 10 metri. Il mattino seguente, lo scenario che si parò innanzi ai primi soccorritori era agghiacciante: 29 morti. Claudio Baldini e Sara Angelozzi 40enni di Atri, Luciano Caporale 54enne e la moglie Silvana Angelucci 46enne di Castel Frentano (Chieti), Valentina Cicioni 32enne di Monterotondo (Roma), salvo il marito Giampaolo Matrone; Sebastiano di Carlo 49enne e la moglie Nadia Acconciamessa 47enne, salvo il figlio Edoardo. Domenico di Michelangelo 41enne e la moglie Marina Serraiocco 36enne di Osimo, salvo il figlio Samuel; Piero Di Pietro 53enne la moglie Rosa Barbara Nobilio 51enne di Loreto Aprutino (Pescara); Stefano Feniello 28enne di Valva (Campania) salva la fidanzata Francesca Bronzi; Marco Tanda 25enne di Macerata e la fidanzata Jessica Tinari 24enne di Vasto (Chieti); Foresta Tobia 60enne e la moglie 50enne Bianca Iudicone di Montesilvano (Pescara); Marco Vagnarelli 44enne e la compagna Paola Tommasini 46enne di Castignano (Ascoli). Le vittime tra i lavoratori dell’albergo, il proprietario Roberto Del Rosso 53enne, Alessandro Giancaterino 42enne del posto; Alessandro Riccetti 33enne di Terni; Emanuele Bonifazi 32enne di Pioraco (Macerata); Gabriele D’Angelo 31enne di Penne (Pescara); Ilaria De Biase 22enni di Chieti; Marinella Colangeli 32enne di Farindola, Cecilia Martella e Linda Salzetta 31enne del posto, salvo il fratello Fabio. Luana Biferi 30enne di Bisenti (Teramo) e Dame Faye 30enne senegalese.

I familiari delle vittime hanno perso fiducia nel sistema giudiziario

“I familiari delle vittime hanno perso fiducia nel sistema giudiziario italiano ed il sottoscritto, come avvocato, purtroppo non ha argomenti per contrastare questo sentimento”, spiega l’avvocato di parte civile, Romolo Reboa, che difende alcune famiglie. “Cosa c’era dietro l’hotel Rigopiano per la vita economica e politica abruzzese rimarrà sepolto sotto le macerie provocate dalla neve”, continua.

Sindaco L’Aquila, vicini a parenti vittime e superstiti

 “La comunità dell’Aquila si stringe al dolore delle famiglie delle 29 vittime della tragedia di Rigopiano, alle loro sofferenze e a quelle di quanti, nella maledetta notte di 5 anni fa, sono sopravvissuti ad un evento che ha segnato la storia dell’Abruzzo, suscitando commozione e angoscia”. Lo ha detto oggi il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, per il quinto anniversario della tragedia dell’albergo di Farindola (Pescara). “Da bambini siamo abituati a salutare la neve con gioia, un evento lieto che al contrario, in quell’occasione, per cause e ragioni che dovranno essere stabilite dalla magistratura, ha provocato lutti e disperazione – ha aggiunto Biondi – ‘Una ferita per tutta l’Italia’ l’ha definita il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Le cicatrici saranno un monito e, al contempo, le immagini dei soccorritori che in quelle ore frenetiche si affannavano sul luogo del disastro ci ricordano quanto il nostro Paese possa essere solidale e coeso nei momenti di maggiore difficoltà e di emergenza – ha concluso il primocittadino – Evocare quei giorni lascia ancora attoniti, ci fa sentire quanto l’uomo possa essere fragile e vulnerabile nonostante la mole di conoscenze e tecnologia a disposizione. Da qui bisogna ripartire affinché l’impegno sulla prevenzione del rischio sia predominante nell’agenda delle Istituzioni. Lo dobbiamo a chi non c’è più, a chi è rimasto, a ognuno di noi”.

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