A Quartu Sant'Elena crolla la facciata di una palazzina: nessun ferito
Senza tregua e sott’acqua, il sud Sardegna annaspa. La furia cieca del ciclone che sta portando pioggia ininterrottamente da ormai 48 ore sembra non voglia fermarsi: 250 interventi della protezione civile nelle ultime 24 ore, massima allerta a Cagliari e in tutti i comuni della zona più meridionale e sud occidentale dell’isola, scuole e università chiuse, parchi e cimiteri sbarrati, così come gli asili nido e gli impianti sportivi. Domani sarà lo stesso, forse peggio, perché il terreno non è più in grado di accogliere e assorbire quantità d’acqua inimmaginabili. Nel pomeriggio la protezione civile ha prorogato di altre 24 ore l’allerta, arancione, prevedendo altra pioggia e temporali: il rischio, con il passare delle ore, è sempre più forte, così il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, ha deciso che anche domani la città resterà chiusa, per limitare al massimo lo spostamento di mezzi pubblici e privati e di persone, in modo da ridurre il più possibile qualsiasi rischio. Una allerta così lunga e continuativa nessuno la ricorda a memoria.
E intanto, per Cagliari che è letteralmente sott’acqua, sarà proclamato lo stato di calamità naturale. Una città diventata spettrale col passare delle ore, tutto chiuso e poi crolli di muri, alberi divelti, corsi d’acqua ingrossati, strade totalmente inaccessibili, tanto che il Comune ha diramato le mappe con percorsi alternativi. Impossibile passare, per prestare soccorso in alcuni casi i vigili del fuoco sono dovuti arrivare in gommone. O in elicottero, come a Villa San Pietro, dove via cielo hanno portato medicine urgenti a un pastore isolato a causa del maltempo, e foraggio per il bestiame a due allevatori di Pula. Non solo: grazie all’utilizzo dell’elicottero AB 412, sono stati salvati una decina di cacciatori rimasti isolati da ieri in un agriturismo. Disastrosa la situazione nel quartiere più grande della città, Pirri, dove a malapena si riesce a vedere il tetto delle auto parcheggiate. L’acqua si è insinuata anche dentro gli autobus fino alle ginocchia dei passeggeri e nei centri commerciali fino alle casse di negozi e supermercati.
Grande paura in serata a Quartu Sant’Elena, il terzo comune più popoloso della Sardegna, alle porte di Cagliari: per le infiltrazioni d’acqua, la facciata di una palazzina si è letteralmente sbriciolata crollando sul marciapiede. In quel momento, per puro caso, non passava nessuno: sarebbe stata una tragedia, con le decine di chili di calcinacci precipitati sull’asfalto all’improvviso. La strada, la centrale via Dante, è stata sbarrata. Solidarietà alle popolazioni colpite e vicinanza alla famiglia della vittima dai presidenti della Regione Christian Solinas e del Consiglio regionale Michele Pais. Mentre si tenta una prima, forse impossibile, conta dei danni: solo ieri, 8 bombe d’acqua hanno distrutto città e campagne, togliendo agli agricoltori la speranza di poter concludere i raccolti autunnali. Non è finita, questo è l’aspetto più drammatico della tragedia: piove ancora, tanto, domani sarà lo stesso. L’indicazione per tutti è quella di stare a casa e uscire solo se strettamente necessario. L’acqua, a lungo invocata nei mesi di siccità, è ora per la Sardegna il terribile nemico da combattere.
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