L'ex sindaco di Riace riconosciuto colpevole dei reati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, truffa, peculato e abuso di ufficio

Una condanna durissima, quella per ‘Mimmo’ Lucano, ex sindaco di Riace: 13 anni e 2 mesi di reclusione per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, truffa, peculato e abuso d’ufficio. Lo ha stabilito il tribunale di Locri, presieduto dal giudice Fulvio Accorso, smontando quello che in tutto il mondo era famoso come il ‘modello Riace’, simbolo di integrazione e accoglienza dei migranti. I giudici hanno accolto l’ impianto accusatorio secondo cui dietro al sistema dell’accoglienza creato dall’ex sindaco ci fossero interessi criminali legati anche alla raccolta dei rifiuti, aumentando di sei anni la pena richiesta dalla pubblica accusa che era stata di 7 anni e 11 mesi. Lucano dovrà restituire anche 500mila euro riguardo i finanziamenti ricevuti dall’Unione europea e dal governo. Inoltre è stata disposta la sua interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. Il Tribunale ha condannato anche la compagna di Lucano, Lemlem Tesfahun, alla pena di 4 anni e 10 mesi (per lei il pm aveva chiesto 4 anni e 4 mesi).

L’amarezza di Lucano: “Nemmeno per delitti di mafia”

“Sono amareggiato, io non mi aspettavo una cosa del genere, pensavo all’assoluzione. Ho speso la mia vita per rincorrere ideali, contro le mafie, dalla parte degli ultimi, dei rifugiati, ho immaginato di poter contribuire al riscatto della mia terra. È stata una esperienza indimenticabile e fantastica, ma oggi è finito tutto”, è stato il primo commento dell’ex sindaco. “È una sentenza pesantissima – ha affermato – non so se per i delitti di mafia arrivano sentenze simili”. Per i legali, Giuliano Pisapia e Andrea Dacqua, si tratta di una decisione “lunare” per un uomo “che vive in povertà e che non ha avuto alcun vantaggio patrimoniale e non patrimoniale dalla sua azione di sindaco di Riace e, come è emerso nel corso del processo, si è sempre impegnato per la sua comunità e per l’accoglienza e l’integrazione di bambini, donne e uomini che sono arrivati nel nostro Paese per scappare dalle guerra, dalle torture e dalla fame”.

La difesa pensa di ricorrere in appello

I legali hanno comunque intenzione di ricorrere in appello. La condanna comminata a Lucano peserà anche sulla sua candidatura alle elezioni del prossimo 3 e 4 ottobre per le Regionali in Calabria. L’ex sindaco di Riace ha— infatti — aderito al progetto politico di Luigi De Magistris, candidato a presidente della Regione e si è presentato come capolista in tre circoscrizioni nella lista Un’altra Calabria possibile, a sostegno del sindaco di Napoli.

La sentenza ha poi scatenato le reazioni politiche: dal segretario Pd Enrico Letta che ha espresso “vicinanza e solidarietà” ribadendo che le sentenze si rispettano, al leader leghista Matteo Salvini che invece ha commentato: “Altro che dare la caccia agli omosessuali nella Lega, la sinistra in Calabria candida condannati a 13 anni di carcere”.

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