Scuole paritarie e case di riposo i principali bersagli della banda

(LaPresse) I Carabinieri di Siracusa hanno fermato sette persone (quattro nel siracusano e tre nel torinese), indagate per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe.

Telefonavano a scuole paritarie religiose e case di riposo, fingendosi impiegati statali, per poi informare gli interlocutori di aver aver depositato sul loro conto aziendale stanziamenti decine di migliaia di euro, motivati come rimborsi di vario genere o donazioni di benefattori. A quel punto, una volta ottenuta la loro fiducia, i truffatori sostenevano che l’ente erogatore aveva depositato una somma maggiore del dovuto per un banale errore, dopodiché chiedevano indietro la differenza. Le vittime restituivano le somme di denaro tramite vaglia postali veloci o mediante ricariche postepay intestati a complici. Dopo la restituzione di denaro, le persone offese, recandosi presso i rispettivi istituti di credito per la riscossione delle sovvenzioni, si rendevano conto della truffa avvenuta.

Grazie a questo metodo la banda di malfattori che agiva nell’area di Siracusa ha messo a segno 148 truffe dal 2014 al 2019, accumulando un illecito profitto stimato in 254mila euro. Per gli arrestati è scattato l’obbligo di dimora, mentre un ottavo membro risulta ancora ricercato. Sono stati inoltre denunciati 69 soggetti ancora in stato di libertà, che dietro compenso (generalmente variabile dai 200 ai 400 €) aiutavano la banda come esterni.

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