Lutto cittadino nel capoluogo lombardo. L'addio nella chiesa di San Marco, presenti il ministro Franceschini, Bolle, Arduino e Manni
Corone di fiori bianchi, carabinieri in alta unifomre e tanti applausi, prima durante e dopo la cerimonia funebre in suo onore. Così Milano ha detto addio la sua ballerina: Carla Fracci, scomparsa giovedì scorso all’età di 84 anni. L’ultimo saluto nella chiesa di San Marco, nel cuore di Brera, tante le persone che si sono assiepate sul sagrato per assistere alle esequie con le porte della chiesa sono rimaste aperte per permettere alla gente di dare l’ultimo saluto alla stella della danza.

Numerose anche le personalità presenti, dal ministro della Cultura, Dario Franceschini, al sindaco Beppe Sala, da Roberto Bolle alle prime ballerine della Scala Nicoletta Manni e Martina Arduino, senza dimenticare il sovrintendente della Scala Dominique Meyer.
L’arrivo del feretro e la cerimonia
Toccante il momento dell’arrivo del feretro, accolto al suo ingresso in chiesa da un lungo applauso e dalle musiche di Verdi, suonate dall’organo della chiesa. Tanta la commozione tra i membri della famiglia, tutti presenti: il marito Beppe Menegatti, il figlio Francesco, la sorella Marisa, i nipoti e l’inseparabile Luciana, storica assistente della ballerina. Proprio i familiari sono stati nominati da monsignor Gianni Zappa, che ha officiato la cerimonia funebre, durante l’omelia: “L’amatissimo marito Beppe e il figlio Francesco, circondati dai nipoti, la prendono per mano. La immaginiamo vestita di bianco, camminare con il suo passo leggero, e la accompagniamo fino alle soglie del mistero, fino a quel crinale che deve attraversare da sola. Di là il Signore che la chiama per nome”, ha detto il monsignor.

“L’affetto e la riconoscenza di tutti noi testimoniano cosa sia stata Carla Fracci. Chi ha lavorato con lei ed è stato colpito dalla sua grazia, leggerezza e dal coraggio che l’ha accompagnata fino alla fine testimoni al Signore il bene che ha ricevuto da ‘Carlina’, il ricordo dei messaggi gentili della sua lingua universale”, ha concluso don Zappa.
Il messaggio letto da Giovanni Nuti
“Quando volete ricordarmi per favore non dite mai ‘la povera Carla’, ma ‘beata Carla’. E ora regalatemi il vostro sorriso e ricordatemi con il mio“, è il messaggio letto dal pulpito della chiesa da Giovanni Nuti. Parole scritte da padre Alberto Maggi, biblista che conobbe la ballerina negli ultimi tempi. “Sento ancora la gioia di Carla per l’ultimo spettacolo fatto proprio qui”, ha detto ancora Nuti. Per lei che, nelle parole dell’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini, “con l’arte della danza ha mostrato che il movimento del corpo può scrivere messaggi d’amore, storie di dolore, canti di preghiera”, è arrivata la proposta della sepoltura al Famedio da parte del primo cittadino.
Una cerimonia che ha dimostrato la grandezza della Fracci che, figlia di un tranviere e di un’operaia, ha portato l’arte della danza classica in tutto il mondo, diventando la ballerina per eccellenza.
Al termine della cerimonia un lungo applauso ha salutato l’uscita del feretro accompagnato dalle note dell’organo che ha suonato le note dell’aria ‘Sempre libera’ della Traviata di Giuseppe Verdi. Subito dietro l’auto che trasporta la bara della ballerina il sindaco di Milano Beppe Sala che in mattinata ha parlato tramite il suo account Instagram.
Sala: Ho chiesto di dedicarle il tram che passa davanti alla Scala
“Ciao Carla, oggi pomeriggio tutta Milano ti saluterà. Ho chiesto ad Atm di dedicarti un tram della linea 1, quella che passa davanti alla Scala; sarà un tram tutto bianco, con il tuo nome scritto in modo discreto. Penso sia un modo molto milanese di ricordarti, sobrio e che ribadisce i nostri valori e le nostre qualità. Valori e qualità che tu, orgogliosa figlia di un tranviere, hai portato nel mondo. Grazie a nome di tutte le milanesi e di tutti i milanesi”.
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