A preoccupare Telefono Rosa è soprattutto la situazione dei ragazzi, costretti in casa, sempre più isolati
“Durante il primo lockdown le telefonate al Telefono Rosa sono aumentate del 25%”. E con la seconda chiusura generalizzata in tutta Italia “la paura è che nelle case la violenza scoppi ancora più violenta”. A denunciare è Maria Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente di Telefono Rosa, che ricorda come “i femminicidi siano stati già 14 da inizio anno” e i casi di violenza innumerevoli. “Siamo molto preoccupate – dice – perchè le persone arrivano stremate a questa nuova chiusura sia dal punto di vista sociale sia da quello economico”. I casi di maltrattamenti in famiglia “sono diffusi ovunque, da Nord a Sud”, dove la crisi però morde di più, portandosi dietro un lungo strascico di tensioni.
A preoccupare Telefono Rosa, oltre alla difficile condizione delle donne, è soprattutto la situazione dei ragazzi, costretti in casa, sempre più isolati e “senza più regole ne punti di riferimento”. Una situazione “molto più che allarmante” che “abbiamo riscontrato nei continui casi di violenza, nella crescita di depressione e disturbi psicologici e in un malessere sfociato nell’aumento del 30% dei tentativi di suicidio e autolesionismo”, sottolinea Carnieri Moscatelli che segnala come siano in netto aumento anche i disturbi alimentari.
A preoccupare, poi, la permanenza dei giovanissimi per ore davanti al computer o cellulari, spesso senza alcuna supervisione. E inevitabilmente l’attenzione dei ragazzi viene catturata dai social. “I social – ricorda la presidente di Telefono Rosa – sono bellissimi strumenti per comunicare ma sono anche molto pericolosi. Vivendo ore e ore in casa, a contatto continuo con i social, i ragazzi confondono la realtà con i messaggi che arrivano dalla rete”. L’isolamento forzato, poi, “tende a farli chiudere e a estraniarli da quello che avviene intorno a loro”. Le reazioni, spesso, sono di “grande insofferenza” anche alla vita familiare. Quando poi escono di casa, “i ragazzi sono arrabbiati, arrabbiatissimi: alcuni si danno addirittura appuntamenti nelle piazze e si picchiano”.
Impegno e solidarietà, però, riescono ad alleggerire il clima e riaccendere la voglia di partecipare anche trai più giovani. A commuovere la presidente di Telefono Rosa, l’attenzione riservata dagli studenti del liceo romano Benedetto da Norcia, che si sono mobilitati a favore della 22enne stuprata mentre faceva jogging nel parco di Villa Gordiani, nella zona della Prenestina. Una mobilitazione culminata con un dibattito on line, molto seguito, con Telefono Rosa. “Mi ha toccato la voglia di capire, di partecipare e di aiutare – fa notare la presidente Carnieri Moscatelli – : anche i ragazzi, i giovani uomini, dopo tanti anni di lavoro sul tema degli abusi sessuali, hanno iniziato a percepire cosa significhi per una donna subire violenza”.
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