Torino, 13 nov. (LaPresse) – "I servizi della Croce rosa celeste per chiamate di pazienti sospetti Covid a Milano ad aprile erano il 30% delle chiamate. Nelle ultime due settimane di ottobre siamo arrivati sopra il 50%: un aumento significativo. E chi chiama oggi l'ambulanza perché ha sintomi riconducibili al coronavirus ha una grande paura,che gli leggiamo negli occhi: quella di dover andare in ospedale da solo, senza un accompagnatore, un parente o un amico. E lo vediamo ancora di più negli anziani". E' la fotografia scattata sulla emergenza pandemica da Luigi Sironi, coordinatore della Croce Rosa Celeste Milano, associazione umanitaria di pronto soccorso, che fa parte dell'Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze) e che esegue annualmente circa 10mila servizi di emergenza-urgenza, con 250 volontari, 22 dipendenti e 2 ambulanze H24 per 365 giorni l'anno.

"Più del 50% delle ore del nostro servizio – spiega Sironi – sono fatte da volontari.In questo momento con la pandemia vengono richieste tante autoambulanze aggiuntive a noi come a tutte le altre associazioni.Sono arrivate anche autoambulanze da fuori Milano per dare man forte.Il sistema Anpass in Lombardia con 18mila volontari ha retto, proprio grazie ai volontari che hanno permesso di gestire con flessibilità i mezzi messi a disposizione. Certo, qualche volontario con delle fragilità che magari rischiava di più non è stato operativo, ma questo è stato compensato dagli altri volontari che si sono resi disponibili per più ore facendo più turni, dedicando una parte maggiore del loro tempo libero, magari sottraendolo alla famiglia.

Inoltre, è cambiato il modo di fare il servizio dell'emergenza-urgenza, a partire dall'uso dei Dpi. Nella nostra realtà la sicurezza è la parola d'ordine".

"I negazionisti – prosegue Sironi -hanno sostenuto la tesi di ambulanze vuote che girano a vuoto. E' deprimente che qualcuno possa anche solo pensare cose del genere. Basta verificare con cognizione di causa per capire che se un'ambulanza è vuota c'è un motivo valido perché lo sia: perché magari si sta recando sul posto della chiamata.

E' il 118 che dice all'autista se attaccare la sirena e magari a un certo punto lo chiama e interrompe il servizio perché manda un'altra ambulanza, più vicina".

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