Torino, 23 set. (LaPresse) – Scoperto da medici e ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore campus di Roma e della Fondazione Policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs un meccanismo fondamentale nello sviluppo del 70% delle reazioni di rigetto dei trapianti di rene. Il risultato dello studio potrebbe aprire la strada a nuove terapie anti-rigetto utilizzando farmaci già in uso clinico con altre indicazioni. Guidati da Giuseppe Grandaliano, professore ordinario di Nefrologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore campus di Roma e direttore della Uoc di Nefrologia della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs, i ricercatori hanno scoperto che nel corso della forma più comune di rigetto del rene trapiantato interviene una sorta di reazione allergica all'organo sostituito, associata a una aumentata produzione di interferone-alfa. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Clinical Journal of the American Society of Nephrology, in collaborazione con le Università di Bari, Foggia e Padova. La ricerca fa luce sul 'rigetto anticorpo mediato' nel trapianto renale. “Questa forma di rigetto è la causa più frequente di perdita del rene trapiantato e nel nostro lavoro suggeriamo un nuovo modello patogenetico che potrebbe aprire la via a nuovi approcci terapeutici, al momento non c'è alcuna terapia codificata o approvata dalle autorità regolatorie”, spiega Grandaliano. La rivista ha considerato particolarmente importante l'osservazione, dedicandole un editoriale.
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