Roma, 10 set. (LaPresse) – "Gli abitanti delle città e dei territori di frontiera – le società, le comunità, le Chiese – sono chiamati ad essere i primi attori di questa svolta, grazie alle continue opportunità di incontro che la storia offre loro. Le frontiere, da sempre considerate come barriere di divisione, possono invece diventare “finestre”, spazi di mutua conoscenza, di arricchimento reciproco, di comunione nella diversità; luoghi in cui si sperimentano modelli per superare le difficoltà che i nuovi arrivi comportano per le comunità autoctone". Così Papa Francesco dando il saluto nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano ai partecipanti al progetto europeo 'Snapshots from the Borders' (Voci ed esperienze dai confini).

"È anche fondamentale cambiare il modo di vedere e raccontare la migrazione: si tratta di mettere al centro le persone, i volti, le storie. Ecco allora l’importanza di progetti, come quello da voi promosso, che cercano di proporre approcci diversi, ispirati dalla cultura dell’incontro, che costituisce il cammino verso un nuovo umanesimo. E quando dico “nuovo umanesimo” non lo intendo solo come filosofia di vita, ma anche come una spiritualità e uno stile di comportamento", ha aggiunto.

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