Il bimbo ricoverato tre volte da maggio, ma lasciato alla donna. Il legale: "Lei estranea ai fatti"

Letizia Spatola, madre del piccolo Evan, era già indagata per maltrattamenti. Era accaduto lo scorso luglio, quando il bimbo – di un anno e otto mesi – era finito al Pronto Soccorso di Noto (Siracusa) con una frattura alla clavicola sinistra. I carabinieri, dopo aver ricevuto il referto dai medici dell'ospedale, avevano avviato un'indagine sulla 23enne.

Il piccolo Evan è poi morto il 17 agosto all'ospedale di Modica, dove era arrivato in arresto cardiaco con lesioni sul corpo. I medici avevano riscontrato molti lividi, anche riferibili alle settimane precedenti, compatibili con violente percosse. La mamma e il suo compagno, Salvatore Blanco, sono stati fermati per omicidio volontario e maltrattamenti in famiglia. Secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori, il 30enne – che non è il padre di Evan – avrebbe picchiato il bambino, con la madre che non ha fatto nulla per fermare la sua violenza. Per entrambi il fermo è stato convalidato.

"Non eravamo a conoscenza della indagine per maltrattamenti in famiglia a carico di Letizia Spatola", alla quale si fa riferimento in un provvedimento del gip di Ragusa, trasmesso alla procura di Siracusa, che parla di una segnalazione dei medici dell'ospedale di Noto. È quanto dichiarato da Natale Di Stefano, avvocato di Letizia Spatola.

"Tra domani e dopodomani con la mia assistita valuteremo l'opportunità di impugnare la decisione del gip sulla misura cautelare con una istanza al tribunale del riesame", ha aggiunto il legale.

Sulla linea difensiva l'avvocato spiega che "è netta" la posizione di Letizia Spatola, che rigetta le accuse: "Nega di avere in qualche modo concorso ai maltrattamenti, sostiene che sono avvenuti in sua assenza e di essere stata manipolata dal convivente. Si rimprovera di avere creduto a quanto le raccontava il nuovo compagno". "Anche lei è una vittima", dice l'avvocato. "Quando si è presentata in carcere anche lei era piena di lividi e si è fatta refertare".

La donna era seguita dai servizi sociali. "La mia assistita mi ha detto che facevano delle visite a casa, ma Letizia viveva una situazione di difficoltà in famiglia", aggiunge l'avvocato Di Stefano.

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