Milano, 3 feb. (LaPresse) – "Volevo andare a Milano qui in Tribunale per raccontare l'orrore che sta avvenendo sotto i nostri occhi e facciamo finta di non vedere. L'obiettivo? Quando ho parlato di Linate era per fare scena, risonanza con i giornalisti che ci mangiano sopra, per ingigantire la situazione", ma invece "ho scelto Milano, perché la mia scelta era il Tribunale di Milano, uno dei più grandi al mondo". Lo ha detto Ousseynou Sy, l'autista che ha dirottato un bus con a bordo 51 bambini della scuola media Vailati, lo ha cosparso di benzina e voleva portarlo verso Milano.

"Avevo svuotato casa, ho preso i soldi e il portafoglio perché se mai l'avessi fatta franca sarei potuto scappare ma sapevo già che sarei stato arrestato", ha aggiunto.

"Potevo restare a casa e fare la mia vita come se niente fosse – ha aggiunto Sy -. Ma quando ho visto una barca piena di somali che andava giù e la Somalia è stata colonizzata dall'Italia, ho deciso di fare qualcosa. Anche se è stato un gesto stupido, pericoloso, almeno non mi sono girato dall'altra parte. E lei che cosa ha fatto?", ha proseguito l'imputato rivolgendosi al pm. "Salvini dice che va bene così, facciamo andare giù i barconi dei migranti. Ma questo non va bene – ha detto ancora – è un genocidio che avviene davanti ai nostri occhi. Su quelle barche ci sono dei bambini, anche piccoli. Il mio obiettivo era cambiare la politica italiana. Io sono cittadino italiano ma anche africano e non posso girarmi dall'altra parte. Se fosse andata giù una barca carica di italiani, avrei reagito lo stesso".

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