La tesi degli investigatori è che alla base dell'uccisione del ragazzo ci sia una compravendita di droga finita nel sangue

La famiglia di Luca Sacchi, il giovane ucciso mercoledì sera a Roma, nega con forza la tesi che alla base dell'omicidio ci sia una compravendita di droga finita nel sangue. "Abbiamo lette le dichiarazioni del capo della polizia Gabrielli, le prove porteranno ad altro. I genitori la vivono malissimo perché sanno che il figlio non usava stupefacenti. Sono stati espiantati gli organi, sono stati donati. Per farlo è stata data una valutazione tossicologica. Tutto questo fa capire che Luca non era un utilizzatore di stupefacenti", ha detto Domenico Pavone, il legale dei familiari di Luca.

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