Roma, 31 lug. (LaPresse) – La notte del 26 luglio, "quando ho chiamato il mio numero di cellulare (che era nel borsello rubato dai due americani ndr), chi ha risposto non ha solo preteso denaro e droga per riconsegnare le mie cose. Mi hanno minacciato, dicendo che sapevano dove abitavo e sarebbero venuti a cercarmi". Così Sergio Brugiatelli in una nota, l'uomo che denunciando il furto del proprio borsello la notte del 26 luglio ha dato il via all'operazione in cui è morto Mario Cerciello Rega.
"Nel borsello rubato, oltre al documento d'identità, c'erano anche le chiavi della casa dove vivo con mio padre, che è molto malato, mia sorella e mio nipote – aggiunge -. Ho avuto paura che potessero far del male a me e soprattutto a loro, e per questo ho chiesto aiuto al 112. Le stesse minacce che avevano rivolto a me, sono state ripetute poco dopo, quando, con il telefono in viva voce, ho richiamato di fronte ai carabinieri il mio numero di cellulare".
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