Roma, 7 mag. (LaPresse) – A Roma e nel Lazio non è mai esistita un'associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, e se la politica ha agevolato negli anni l'allora patron di Malgrotta Manlio Cerroni lo ha fatto perché era considerato la soluzione a "un'emergenza ambientale" legata alla spazzatura che aveva e, ha tutt'ora, "carattere endemico". È la sintesi delle motivazioni con cui il collegio presieduto da Giuseppe Mezzofiore ha assolto lo scorso 5 novembre Manlio Cerroni e altre sei persone, tra le quali l'ex presidente della Regione Lazio Bruno Landi.

"Qui non siamo in presenza di una mobilitazione di forze per agevolare un determinato soggetto – scrivono i giudici nelle 182 pagine di provvedimento in riferimento alla vicenda del gassificatore di Albano – nel conseguimento, ad esempio, di un permesso di costruire di una concessione in sanatoria di una licenza commerciale eccetera, in quanto l'obiettivo da raggiungere è un qualcosa che trascende l'interesse personale ed individuale del singolo-privato, per investire in pieno la sfera dell'intera collettività".

"Il collegio rileva come quella dell'emergenza ambientale a Roma e in tutta la regione Lazio fosse, all'epoca dei fatti (come anche oggi, purtroppo), una situazione realmente e drammaticamente esistente e, per di più, risalente nel tempo", proseguono i giudici.

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