Prince Jerry lo aveva chiesto per motivi umanitari. Si è buttato sotto un treno a Tortona. Il fatto rivelato da un sacerdote genovese, ha fatto ilo giro del web sollevando indignazione

Ha aspettato l'arrivo del treno e, mentre il convoglio si avvicinava sempre più veloce, si è gettato sui binari a Tortona, in provincia di Alessandria. Si è suicidato così Prince Jerry, 25 anni, originario della Nigeria. Gli era stata negata la richiesta di permesso di soggiorno per motivi umanitari, praticamente abolito dal Decreto Salvini: un colpo troppo forte per il ragazzo che in Italia si era costruito una nuova 'famiglia'.

A metà gennaio aveva presentato ricorso contro il respingimento dell'asilo e, secondo quanto riferisce la prefettura, era in attesa che venisse fissata la data della prima udienza. Prince Jerry era arrivato dall'Africa due anni e mezzo fa rischiando la vita su un barcone. Viveva a Genova, ospite del centro d'accoglienza di Multedo. Laureato in chimica, in Liguria aveva ripreso gli studi e faceva volontariato. E' stato don Giacomo Martino, responsabile della fondazione Migrantes del capoluogo ligure, il primo a venire a sapere della morte del giovane insieme alle autorità, che hanno avviato un'indagine. Inizialmente aveva deciso di "non parlare" di questa tragedia, "per rispettare il dolore".

Mercoledì sera, però, ha scritto un messaggio alla chat della comunità parrocchiale raccontando tutto. In pochi minuti quelle parole hanno fatto il giro della Rete: "Uno dei nostri ragazzi dopo essere stato diniegato prima di Natale e scoprendo che non avrebbe potuto contare neppure sul permesso umanitario che è stato annullato dal recente Decreto, si è tolto la vita buttandosi sotto un treno", ha scritto il religioso, che ha accettato di celebrare i funerali nella Chiesa dell'Annunziata venerdì mattina.

"Ho dovuto provare a fare il riconoscimento di quanto era rimasto di lui – ha raccontato -. È stato un momento difficile ma importante perché ho ritenuto di doverlo accompagnare in questa sua ultima desolazione". Le reazioni sono state inevitabili. La notizia non ha lasciato indifferente il popolo del web, sempre più affollato di hater e messaggi che incitano alla violenza. In centinaia su Facebook hanno condiviso la storia di Prince Jerry: in fotografia viene ritratto sorridente mentre stringe a sé un libro. "E' un omicidio di Stato, il frutto amaro del Decreto Salvini che oltre all'insicurezza produce morti", ha commentato il missionario padre Alex Zanotelli. "Jerry – ha denunciato l'associazione Alterego – era un laureato che sperava di trovare un futuro migliore. Non aveva alcuna speranza di essere accolto". Anche per la Cgil "si tratta della puntuale conseguenza di un decreto sicurezza inumano che ha annullato la possibilità di richiedere e ottenere il permesso di soggiorno per motivi umanitari".

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