In banca, per telefono, sulla strada, le persone in età avanzate sono le vittime preferite delle truffe. L'Anap (Confartigianato) e Unione nazionale consumatori spiegano come evitare di cadere nella rete. E c'è chi ce l'ha fatta

In fila alle poste, al telefono o a casa, le vittime preferite dei truffatori sono spesso gli anziani. Prede facili, considerate più sole, ingenue e credulone, per cui l’esposizione a raggiri e furti cresce con l’avanzare dell’età. Un pericolo che nasconde danni enormi, materiali ma anche psicologici.

Nel 2015 gli over 65 vittima di truffe sono stati poco meno di 16mila. Un dato in aumento del 10% rispetto all’anno precedente, ma lontano dalla realtà: sono tantissimi gli anziani che non denunciano, per vergogna del raggiro, rendendo impossibile tracciare un quadro completo della situazione. Secondo i dati di una ricerca Confartigianato, il 41% degli intervistati è stata preda di una truffa, riuscita o meno, negli ultimi 3 anni. Oltre l’80% dei tentativi di furto dentro e fuori casa, scippo compreso, riescono e solo il 70% denuncia. Quando invece si parla di raggiri commerciali, come attivazione di servizi non richiesti o pratiche poco chiare e aggressive, solo il 13% va dalle forze dell’ordine.

Troppo pochi sono i casi che arrivano in tribunale e per i truffatori le pene sono minime: una multa che va da 51 euro a poco più di mille e fino a tre anni di carcere, come dispone l’articolo 640 del codice penale. Vista però la vulnerabilità degli over 65 è stato proposto un disegno di legge per inasprire le pene per chi raggira un anziano: arresto obbligatorio in flagranza di reato, sospensione condizionale della pena subordinata alla riparazione del danno, sanzione da 400 ai 3000 euro e carcere da due a sei anni. Ma la proposta si è arenata in Senato il 21 settembre 2017 .

In attesa che venga ripresa e diventi legge, per proteggersi dai malintenzionati basta qualche piccolo accorgimento, come spiega Giampaolo Palazzi, presidente dell’Associazione nazionale anziani e pensionati di Confartigianato (Anap), che da tre anni cura “Più sicuri insieme”, la campagna contro le truffe agli anziani promossa da Anap, ministero dell’Interno, dipartimento della Pubblica Sicurezza – Direzione Centrale della Polizia Criminale e con il contributo di polizia di Stato, Arma dei carabinieri e guardia di Finanza. “Conoscere le truffe più ricorrenti e qualche trucco per prevenirle è una delle soluzioni”. D’accordo anche Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori. “Anche dal punto di vista commerciale, gli anziani sono i più vulnerabili, per salute e solitudine. Ma il fenomeno si può arginare”.

La campagna Confartigianato, per esempio, è rivolta agli over 65, che in Italia rappresentano il 22,6% della popolazione e che passeranno da 13 a 20 milioni entro il 2050. “Ma anche a tutta la comunità”, precisa Fabio Meniacci, il segretario nazionale Anap. “Prima di tutto perché il nemico numero uno è la solitudine e solo insieme si può sconfiggere la criminalità. E anche perché, come è giusto dire a voce alta, non sono solo gli anziani a cadere vittime delle truffe”.

Un punto importante se si considerano le ripercussioni che una truffa può avere sull’emotività di un anziano. Sentirsi raggirati, non più in grado di badare a se stessi, spesso influisce negativamente sullo stile di vita, sull’autonomia e la socializzazione. “Molti si vergognano anche solo di denunciare o raccontare a una persona cara quello che è successo”, racconta Meniacci. Nei casi peggiori si arriva alla depressione, qualche caso estremo si lascia morire.

Saper riconoscere un truffatore e avere la fermezza di non cadere nella sua rete non è impossibile. Che si finga un passante che vuole aiutare vicino a un bancomat difettoso, l’addetto del fornitore della luce o, nel caso più abietto, un amico di un figlio o un nipote in difficoltà.

Nel video qui sotto, la storia di un'anziana che, un paio d'anni fa ha capito che l'uomo che le aveva telefonato, stava cercando di truffarla. La truffa era quella classica: L'uomo si era spacciato per il nipote: "Ho avuto un incidente, ci vogliono ottomila euro per sistemare le cose. Valli a prendere in banca, ti mando un mio amico fidato e glieli consegna". L'arzilla 84enne era stata capace di tenere il truffatore al telefono per 40 minuiti in modo che la polizia potesse identificarlo. All'appuntamento, per il truffatore, c'erano i poliziotti con le manette. Nel video è particolarmente toccante la fierezza dell'anziana signora quando riceve i complimenti del poliziotto per l'acume e la pazienza dimostrati.

Da solo in casa, l’anziano deve fare attenzione al telefono e chi bussa alla porta. Oltre ai venditori disonesti, che confondono l’anziano al punto da vendergli qualsiasi cosa, i malintenzionati possono fingersi agenti delle forze dell’ordine, funzionari della banca o di enti assistenziali o fornitori di servizi come luce e gas. Spesso si muovono in coppia, così mentre uno distrae la potenziale vittima l’altro perlustra la casa e deruba. Anap ricorda che è importante fare attenzione a tesserini e dettagli delle divise, diffidare di chiunque chieda numeri delle carte, soldi in contanti per saldare debiti o sia particolarmente insistente. Meglio fingere di non essere soli in casa o far finta di ricevere una telefonata di un caro che sta arrivando. Inoltre un no deciso è un’arma di difesa efficace.

Dal punto di vista commerciale, porta a porta o al telefono, la truffa principale è quella di stipulare contratti non richiesti. “In questo caso – ricorda Dona – è importante esercitare il diritto di recesso entro 14 giorni dalla firma del contratto”. Annullare la stipula, come previsto dalla legge, è infatti molto più facile che arrivare a processo.

La truffa più becera è quella che coinvolge la sfera personale. Un individuo si finge un amico di un figlio o di un nipote e chiede dei soldi per toglierlo dai guai. Magari chiamano prima l’anziano e, sfruttando l’udito non più acuto e simulando una situazione concitata, si fingono il caro in questione e avvisano che arriverà qualcuno a prendere dei soldi. O si presentano direttamente alla porta o per strada, facendo leva sull’affetto e sulla preoccupazione.

La cosa importante per evitare questo tipo di truffa è capire che non è improvvisata ma è stata studiata. Il truffatore ha indagato per sapere le abitudini dell’anziano e agire quando sa che ha una grande quantità di contanti, ha scoperto i nomi dei cari in modo da far abbassare subito le difese della vittima. “Per evitarla – consiglia ancora Dona – è importante essere gelosi della propria privacy, come per esempio distruggere la corrispondenza che si butta e da cui si potrebbero trarre informazioni importanti come nomi e dati personali”.

In ogni caso l'importante è denunciare e chiedere aiuto. Non c’è vergogna a essere stati truffati e gli anziani non devono sentirsi soli in questa battaglia.

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