È il cosiddetto fenomeno del 'survival sex', emerso, secondo i dati raccolti da Save The Children, in particolare al confine italo-francese
Ragazze giovanissime che fanno parte del flusso invisibile dei tanti minori migranti non accompagnati in transito alla frontiera italiana, che nel tentativo di ricongiungersi ai propri familiari o conoscenti in altri Paesi europei, privati della possibilità di percorrere vie sicure e legali, sono costrette a prostituirsi per pagare i passeur per attraversare il confine o per avere cibo e un posto dove dormire. È il cosiddetto fenomeno del 'survival sex', emerso, secondo i dati raccolti da Save The Children, in particolare a Ventimiglia, al confine italo-francese. Si tratta soprattutto di minorenni provenienti per lo più dal Corno d'Africa e dai Paesi dell'Africa-sub-sahariana, che arrivano a prostituirsi per i 50 o i 150 euro per il viaggio in auto.
Una situazione, denuncia l'associazione, aggravata anche dopo lo sgombero, ad aprile, dell'accampamento informale nell'area lungo il fiume Roja. Da allora, gli operatori di Save the Children a Ventimiglia hanno rilevato la permanenza in strada di molti minori in condizioni degradanti, promiscue e pericolose che vengono alleviate soltanto dalle associazioni che offrono assistenza legale, connessione a Internet e altri beni di prima necessità.
Il flusso di migranti eritrei alla frontiera ligure, per esempio, nei primi mesi di quest'anno ha fatto registrare un notevole incremento rispetto al 2017, quando rappresentavano appena il 10% dei transitanti. Degli oltre 750 migranti passati da Ventimiglia a marzo 2018, ad esempio, oltre la metà erano eritrei, di cui più di 1 su 5 di minore età.
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