L'ex senatore di Forza Italia è ricoverato nel Campus Biomedico della Capitale dal 14 febbraio scorso

Si aggravano le condizioni di Marcello Dell'Utri e i suoi legali tornano a chiedere davanti al Tribunale di sorveglianza di Roma una verifica dello stato detentivo che, secondo loro, lede i diritti umani. Intanto la Corte europea dei diritti dell'uomo respinge la richiesta di sospensione della pena, per motivi di salute, che era stata presentata prima del trasferimento dell'ex senatore di Forza Italia nel Campus Biomedico.

Dell'Utri dal 14 febbraio scorso è ricoverato presso la struttura ospedaliera della capitale, "piantonato h24, in una stanza illuminata anche di notte, dove non può aprire la finestra", denunciano i legali Alessandro de Federicis e Simona Filippi. In tali condizioni è in cura per il tumore alla prostata che gli è stato diagnosticato e che, secondo i medici, ha subito un aggravamento.

La decisione del tribunale di sorveglianza arriverà tra domani e lunedì, e ieri i legali hanno depositato un esposto al Csm, firmato da Dell'Utri, contro i sei magistrati del Tribunale di sorveglianza che si sono occupati del caso chiedendo se ne valuti il comportamento, che il cofondatore di FI giudica "superficiale e inerte".

Dell'Utri, che è anche affetto da cardiopatia e diabete, sta scontando una pena a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Tornerà in carcere a Rebibbia il 20 aprile prossimo al termine del ciclo di radioterapia cui viene sottoposto in questi giorni.

Secondo quanto riporta una consulenza dell'ex presidente della Società italiana di psichiatria Claudio Mencacci le condizioni in cui è ricoverato potrebbero rappresentare un pericolo ulteriore per la sua salute: "Il rischio – sottolinea Mencacci – è di applicare ad una persona anziana e gravemente malata una limitazione non comprensibile ed eccessiva che sta cominciando a produrre una reazione di sfinimento emotivo che potrebbe elicitare risposte di tipo depressivo ed ansioso ancora più marcate di quelle attuali".

Proprio gli esperti del  Campus Biomedico affermano che il tumore da cui è affetto è peggiorato e sottolineano nella cartella clinica: "È diventato impattante sull'aspettativa di vita del paziente e dimostra al momento una priorità terapeutica non più demandabile".

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