Lo scorso 28 febbraio la tragedia. Il carabiniere prima ha sparato alla moglie, rimasta gravemente ferita, poi alle figlie e si è suicidato
"Solo che non doveva andar così…solo che tutti ora siamo un po' più soli qui" si legge su un grande striscione rosa alzato da alcune ragazze all'ingresso della chiesa. Cisterna di Latina è in lutto per i funerali delle due sorelline, Alessia e Martina, di 13 e 7 anni, uccise dal padre Luigi Capasso, carabinieri di 43 anni. "Davanti a tragedie come questa ci chiediamo 'perché'. La risposta è nella fede in Gesù che un giorno proclamò: 'Io sono la via, la Verità e la Vita'. E in questa via hanno mosso i loro passi Alessia e Martina accettando la verità di quella Parola ascoltata che le ha fatte approdare alla vita eterna", ha detto il parroco Don Livio Fabiani nel silenzio della chiesa di San Valentino, gremita di amici, parenti, cittadini, giovani e bambini, compagni di scuola delle due bimbe.
Lo scorso 28 febbraio Capasso ha distrutto la sua famiglia: prima sparando alla moglie Antonietta Gargiulo, da cui si stava separando, poi uccidendo le due bimbe in casa. Alla fine, dopo una lunga trattativa con le forze dell'ordine, lui si è suicidato. "Preghiamo anche per il padre", ha detto il parroco e tra i banchi della chiesa qualcuno lo ha contestato.
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